Giocare sì, giocare no; allenamenti concessi o vietati. Nel calcio italiano regna il caos e le dichiarazioni del Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora non hanno aiutato a indicare una via sicura per permettere alla Serie A, e non solo, di tornare in campo. "Il clima in Lega è compatto - ha commentato il presidente del Torino Urbano Cairo -, ma ci sono anche opinioni differenti e bisogna capire se si potrà proseguire o meno il campionato. Dobbiamo tenere conto dei problemi. In questo momento ognuno deve fare sacrifici".
Il patron granata è intervenuto nel giorno dell'anniversario della tragedia di Superga che spazzò via in un colpo solo il Grande Torino: "Andremo velocemente a Superga per deporre un mazzo di fiori, con l'autorizzazione del prefetto. Siamo in un momento molto particolare: ai tempi del Grande Torino era appena finita la Seconda Guerra. Questa pandemia non è una guerra, ma ha sconvolto la nostra vita. Il Grande Torino diede un senso di rivincita, il popolo italiano si unì, c'era un affetto particolare".
Ora il calcio è fermo e l'economia italiana è a forte rischio: "In questo momento ognuno deve fare dei sacrifici, una situazione del genere non si era mai verificata. Solo nel '43, '44 e '45, durante la guerra, il Pil era sceso di più rispetto alle stime di quest'anno". Sul ritorno in campo c'è qualche dubbio: "Stiamo tutti valutando se la ripartenza è fattibile ed è giusto farlo, ma la parola finale spetterà alle istituzioni. Sono molto preoccupato per i dipendenti del Torino che la cosa venga fatta nel modo migliore, con tutte le tutele. Non cambierei il format".
Grazie per il tuo commento
Sarà pubblicato al più presto, dopo essere stato visionato dalla redazione
OK