Serie A, l'effetto Ronaldo scuote il mercato: Ramsey e Godin i primi botti

La presenza del Pallone d'Oro attira grandi campioni, sembra di tornare a fine anni '80

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Effetto Cristiano Ronaldo: lo sente la Juventus, che vola in Borsa e in campionato, lo sentono tutti e varca anche i confini dell'italia, che resta sì il Paese del calcio con tanti problemi e con gli stadi mezzi vuoti, ma, fondamentalmente, viene percepito in Europa come il paese in cui gioca CR7, biglietto da visita per riguadagnare credibilità. Aaron Ramsey può scegliere tra Real Madrid, Psg e Juventus e sceglie i bianconeri. Diego Godin, che in carriera qualcosina l'ha vinta e ha giocato tre Mondiali, lascia l'Atletico Madrid e la Liga e dice sì all'Inter.

Dal 2007, anno di Kakà, la Serie A non vantà più la presenza del Pallone d'Oro in carica. Da lì inizia il duopolio: Ronaldo, Messi, Messi, Messi, Messi, Ronaldo, Ronaldo, Messi, Ronaldo, Ronaldo... spezzato da Modric, che si allontana dal Real e pensa all'Inter: potrebbe essere lui il prossimo super-top player a fare ancora più ricco il nostro calcio. E se non si fosse liberato di Mourinho, esonerato dallo United, magari anche Pogba sarebbe tornato subito alla Juve, che non lo ha mai idmenticato e che lui mai dimenticherà.

Insomma, l'effetto Ronaldo trascina, attira, suscita la voglia di misurarsi con lui e spinge chi Ronaldo non ce l'ha a correre ai ripari per provare a stare al passo con la Juve. Sarà dura ritornare ai tempi in cui il Pallone d'Oro era territorio esclusivo del calcio italiano, con un podio interamente di Serie A e parecchio milanista: Van Basten, Gullit, Rijkaard nell'88, Van Basten, Baresi, Rijkaard nell'89, Matthaeus, Schillaci, Brehme nel 90. Troppo bello. E Moratti che avrebbe risposto all'operazione CR7 con un tentativo per Messi, battuta semi-seria, ci ricorda che la Serie A è stata quella in cui giocavano allo stesso tempo Maradona, Zico e Platini, poi Van Basten, Gullit e Matthaeus; Baggio, e poi Zidane, Ronaldo, Kakà e via dicendo... Forse non torneremo mai cosi belli, ma un po' invidiati, magari sì.

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