Le parole del designatore arbitrale sul tanto discusso episodio di San Siro che ha fatto infuriare i nerazzurri
“Un errore non aver spiegato prima. Il non rigore una scelta molto al limite a livello di VAR, mentre si tratta di un rigore da assegnare in campo e piuttosto evidente. A livello di VAR avevamo qualche dubbio, ma per noi è sia da rigore che da intervento VAR“. Dopo l'ultima giornata di Serie A il designatore arbitrale, Gianluca Rocchi, parla a Open VAR degli episodi dell'ultimo turno, ma prima di tutto si sofferma sul tanto discusso contatto tra Ndicka e Bisseck durante Inter-Roma dello scorso 27 aprile (0-1) e ripercorrendo il dialogo a distanza tra l’arbitro Fabbri (“Non lo tira mai giù, sono solo le braccia intorno al corpo”) e il VAR Di Bello (“Le braccia si staccano quando va giù Bisseck”), spiega così l’errore: “Di Bello sbaglia perché non si concentra su come inizia la trattenuta, la decisione finale viene influenzata dalla poca sostanza della trattenuta, ma è sbagliata. Meglio una On Field Review in più che una in meno: è il passettino in più che dovremo fare, permette agli arbitri di non portarsi dentro l’errore”.
Poi gli altri episodi, partendo dall'espulsione di Reina in Como-Inter: “Si può discutere sulla direzione, ma il portiere è fuori dall’area, quindi la punibilità è altissima. Da lì si presume che il calciatore segni. Per noi è un DOGSO chiaro, ottima chiamata del VAR Mazzoleni”.
Il gol annullato ad Alberto Costa in Venezia-Juventus: “Decisione fattuale, tocca con la mano e segna nell’immediatezza“. Rocchi dichiara: “Decisione corretta, già Colombo percepisce qualcosa in campo. Il regolamento è chiarissimo, basta un tocco per annullare“.
Il rigore per i bianconeri: "Ottima decisione in campo. Mi è piaciuta molto la scrupolosità del VAR nel cercare un possibile fallo di mano di Locatelli nell’APP (azione d’attacco, ndr)”.
Fazzini-Dawidowicz come Gimenez-Mancini e Beukema-Gabbia: “Manca un’OFR e un cartellino rosso per il giocatore dell’Empoli. Dobbiamo essere coerenti: certi gesti non vanno fatti. Rischiamo di permettere troppe cose che non vanno bene”.