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L'ANALISI

La Serie A mette gli... occhiali: in undici giornate già diciassette 0-0

Confronto impietoso con gli altri campionati: in Germania solo 4 gare senza reti

di Alessandro Franchetti
12 Nov 2025 - 08:56
 © Getty Images

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Dicono che lo 0-0 sia il risultato perfetto perché i gol, in fin dei conti, nascono quasi sempre da un errore. Eppure qualcosa, nei diciassette 0-0 delle prime undici giornate di campionato (su 110 gare: almeno uno per giornata, è un record negativo), proprio non torna. La Serie A ha messo gli occhiali, e non solo perché di reti non se ne vedono nemmeno con il binocolo. Semmai perché, banalmente, servirebbero ad esempio a qualche attaccante per centrare la porta avversaria. Sia chiaro, trattasi ovviamente di campionato italiano, il che, detto diversamente, significa tattica esasperata e attenzione alla fase difensiva che si mangia la voglia di affrontare l'avversario a viso aperto. Il confronto con gli altri campionati, però, è davvero impietoso. 

Ricorda il Giornale: le gare senza reti in Germania, fin qui, sono state solo 4 (4,44%). In Liga (4,17%) e Ligue 1 cinque (4,63%). In Premier 7 (6,36%). E' un calcio diverso? Certamente. Imperfetto? Per certi versi sì. Più spettacolare? Sono punti di vista, tornando allo 0-0 come risultato perfetto, ma riempie gli stadi, gli occhi, la memoria. E, almeno in Europa, produce successi che, dalle nostre latitudini, ci scordiamo. In ogni caso c'è qualcosa che non funziona: la media senza reti della Serie A ha toccato il 15,45%, roba da anni 70 e 80, quando l'Italia era famosa per catenaccio e contropiede. Da allora, però, complici allenatori come Sacchi e Zeman, per i loro tempi certamente rivoluzionari, la musica sembrava cambiata: cinque anni fa gli 0-0 erano stati 19 in tutto il campionato (5%) e con la Serie A a 20 squadre solo sei volte si era raggiunta la doppia cifra di gare senza gol. 

Ma perché nel nostro campionato non si segna più? Per imprecisione, come detto, per l'abilità dei nostri portieri, di sicuro i migliori del continente (già 7 rigori parati da inizio stagione), per lo scarso tempo effettivo (media di 53 minuti a partita) e per la mancanza di giocatori in grado di garantire la superiorità numerica con il dribbling. Da noi, ormai, niente più che un ricordo o quasi. I vecchi volponi della Serie A, da Max Allegri ad Antonio Conte d'altronde sottolineano sempre che il campionato lo vince chi subisce meno gol. Già, ma così non si sta un po' esagerando? Perché a pensarci bene, se un coraggioso rivoluzionario come Gasperini finisce in testa con appena 5 gol subiti, allora il nostro domani è un po' ieri. Superato? Ma va là, solo evidentemente vintage.