Gattuso e Inzaghi, due uomini e una Champions

Milan e Lazio oggi valgono il quarto posto: né di più né di meno. Grazie alle difficoltà della Roma e...

  • A
  • A
  • A

C'è il campionato privato della Juve, fin qui "macchiato" solo dal pareggio contro il Genoa, quello delle inseguitrici "doc" Napoli e Inter e c'è il terzo campionato, quello che in qualche modo vale più degli altri perché segna la distanza tra grandi e meno grandi e misura i progetti di oggi e quelli che verranno. Al terzo campionato, quello che non assegna titoli ma garantisce denaro sonante, sono iscritte per ora solo Lazio e Milan. Due squadre simili, per certi versi, che stanno approfittando al meglio dell'assenza ingiustificata della Roma e hanno già solcato un solco con i giallorossi di 5 punti che tra qualche mese potrebbe essere decisivo. Quindi Juve per lo scudetto, Napoli e Inter con due posti Champions già prenotati e qualche speranza di rompere le scatole ai bianconeri e, infine, Lazio e Milan, oggi le candidate più autorevoli per il quarto posto.

Inzaghi e Gattuso hanno pochissimo di paragonabile ma, certamente, provano entrambi a sbancare il lunario con il gioco. Hanno una rosa incompleta e una qualità complessiva ridotta rispetto alle prime tre della classe. Quindi la buttano sulla manovra. Giustamente. Quella di Inzaghi è rapida, verticale e aggredisce gli spazi. Quella di Gattuso è più ragionata, meno a strappi e più armoniosa. Entrambi, almeno nell'ultima parte di campionato, fanno quello che devono o quello che possono. Quindi vincono le partite che vanno vinte - con le squadre tecnicamente inferiori - e perdono le partite che si possono perdere. Il Milan ne ha perse due, non a casa contro Napoli e Inter che lo precedono. La Lazio quattro - ma non pareggia mai a differenza dei rossoneri -: contro Napoli, Juve, Inter e Roma, quest'ultima battuta da Romagnoli e company.

Il loro campionato è a conti fatti appena cominciato. Stessi punti, 21, calendario abbastanza simile, stessi impegni in Europa League. Proprio quest'ultima potrebbe segnare la differenza. La settimana del Milan, reduce da nove punti in una manciata di giorni, è di quelle complicate: giovedì la trasferta decisiva a Siviglia, domenica sera la partita delle partite contro la Juve. Non si può scegliere anche se forse andrebbe fatto, mettere sul piatto della bilancia il valore assoluto dei due match. E' paradossale dirlo, ma la gara contro il Betis vale doppio: andrebbe vinta, per spazzare definitivamente il periodo nero che la sconfitta contro gli spagnoli aveva ingrandito, ma sicuramente non va persa, per evitare il rischio di giocarsi una qualificazione che pareva - e doveva - essere scontata negi ultimi 90 minuti di Atene contro l'Olympiacos.

Il posticipo del Meazza contro la Juve è invece una storia a parte. Vincerlo sarebbe un'impresa, perché i valori in campo sono ancora molto distanti. Perderlo, al netto del prestigio, non sarebbe un dramma. In tutto questo è evidente che conta e conterà molto la condizione di Higuain. Il Pipita ha preso una botta alla schiena e sarà valutato in queste ore. E' un vecchio, brutto, ricordo - era già stato operato, ndr -, quindi si useranno tutte le cautele possibili anche se non c'è dubbio che l'argentino farà il possibile e pure di più per essere in campo almeno contro i bianconeri. Prima, però, c'è da preoccuparsi del Betis, sperando in qualche recupero: Calhanoglu, ad esempio, ma anche Calabria e, magari, Bonaventura.

Il tutto mentre la Lazio proverà a chiudere i conti qualificazione contro il Marsiglia prima della trasferta di Sassuolo e la sosta per la Nazionale. Sette giorni senza margine di errore e con la certezza di essere iscritte allo "stesso campionato": un campionato che vale il quarto posto e una montagna di euro. Chi sbaglia, paga. In tutti i sensi. Mentre il 25 novembre, all'Olimpico, lo scontro diretto darà il suo primo verdetto.

Leggi Anche

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 commenti