Parma: è arrivato il sì al fallimento

La decisione è ufficiale. Nominati i curatori. Via all'esercizio provvisorio. Debiti da paura: 218 milioni. Parma-Torino si gioca

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Fallimento. La strada è segnata ed è (forse) la sola che possa portare a una sorta di salvezza. Udienza-lampo presso il Tribunale a Parma, conclusa poco prima delle 11. E alle 15,30 la decisione del Tribunale. Sì al fallimento, nominati i due curatori fallimentari e via all'esercizio provvisorio. Era la soluzione auspicata. E domenica alle 15, al Tardini, Parma-Torino si gioca. Si attende la decisione ufficiale.

Il Tribunale di Parma, in data odierna, ha dichiarato il fallimento di Parma FC S.p.A., disponendo contestualmente l'esercizio provvisorio dell'impresa. Con la medesima sentenza il Tribunale ha designato Pietro Rogato quale Giudice Delegato e ha nominato Angelo Anedda - Presidente dell'ordine dei Dottori Commercialisti di Parma - e Alberto Guiotto – Dottore Commercialista in Parma e Presidente della Commissione crisi d'impresa del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili quali curatori fallimentari. L'incarico affidato ai due professionisti è quello di gestire l'azienda, coordinandosi con il tribunale e il comitato dei creditori, accertare le passività fallimentari e le eventuali responsabilità degli organi sociali, liquidare le attività, anche attraverso la vendita dei beni aziendali, il recupero di crediti e azioni di risarcimento danni, per destinarlo ai creditori. Compito dei curatori sarà anche quello di verificare se sussistano effettivamente le condizioni per la prosecuzione e conclusione del campionato di serie A da parte della storica società calcistica.

TAVECCHIO: BASI PER LA SALVEZZA
Con l'esercizio provvisorio deciso dal Tribunale per il Parma sono state ''gettate le basi per l'auspicabile salvataggio della società'' e si apre una ''nuova fase che consente il proseguimento dell'attività''. Lo ha detto all'Ansa il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, commentando la sentenza che ha decretato il fallimento del club emiliano.

DEBITO DA PAURA: 218 MILIONI
I debiti complessivi del Parma ammontano a 218.446.754,61 euro, con un patrimonio netto negativo di 46.696.901 euro. E' il dato contenuto nella sentenza  di fallimento del club ducale pubblicata nel primo pomeriggio dal Tribunale di Parma. Secondo le informative depositate dalle Guardia di Finanza lo scorso 16 e 17 marzo il Parma Fc ha pure, scrive la sentenza, "un ingente debito sportivo stimabile allo stato in euro 74.360.912 di cui 63.039.920 nei confronti dei calciatori tesserati, salvi ulteriori e più approfonditi accertamenti". Per questo motivo, conclude il giudice Pietro Rogato, ''lo stato di insolvenza appare conclamato ed irreversibile''.

 RICCOBENE: "PARMA-TORINO SI GIOCHERA'"
Osvaldo Riccobene, rappresentante del Collegio sindacale del Parma: "Abbiamo parlato con i dipendenti e nel pomeriggio incontrerò la squadra - ha detto ai giornalisti fuori dal Tribunale -. Cerchiamo di mantenere i veri valori della società, ovvero alcuni dipendenti, i giocatori, e cerchiamo di mantenere anche il valore patrimoniale di questa società, per gli stessi dipendenti e per il curatore fallimentare. Siamo un caso unico, precedenti non ce ne sono. Domenica col Torino si giocherà".

PRETI: "NESSUN PIANO, SI' AL FALLIMENTO"
Terminata l'udienza, le parole di Marco Preti, direttore finanziario del Parma: "Non abbiamo presentato nessun piano di salvataggio di medio periodo. Il nostro destino è quello del fallimento". Che non è una brutta parola, bensì la sola strada -in assenza di compratori credibili- per arrivare a una soluzione non drammatica. L'assenza (obbligata) del presidente Manenti ha reso possibile la soluzione che si va delineando, auspicata da tutti. Anche se bisogna risolvere in fretta tutte le procedure (sentenza, nomina del curatore, gestione dei fondi della Lega e riapertura del Tardini) per andare avanti. Fretta di ore.

COSI' L'UDIENZA IN TRIBUNALE
I presenti all'udienza, durata meno di un quarto d'ora. Il presidente del Tribunale di Parma Piscopo, il giudice fallimentare Rogato, la Procura della Repubblica rappresentata dalla dott.ssa Dal Monte, i rappresentanti legali di alcuni creditori e i legali rappresentanti del Parma, Preti e Riccobene.

 IL CURATORE FALLIMENTARE
La sentenza è attesa, e la strada segnata: con un curatore fallimentare, si potrà garantire la gestione fino al 30 giugno. 
Il Parma così fallisce in Tribunale, e domenica la squadra di Donadoni potrebbe scendere in campo per disputare regolarmente la partita di Serie A contro il Torino. C'è ancora qualche dubbio, ma si va verso una sluzione (sportiva) in tal senso.

RECUPERI E LEGA DI A
I tempi per le pratiche burocratiche e per scendere in campo sono strettissimi, ma anche la Lega spinge per non far slittare un'altra partita visto che, proprio ieri, ha fissato le date dei due recuperi con Genoa e Udinese. I 5 milioni di euro stanziati lo scorso 6 marzo sono pronti per garantire la stagione. Il Tardini dovrà essere anche riaperto dal Comune. 

OGGI AMICHEVOLE PARMA-FIDENZA
Con la buona volontà di tutti la partita con il Torino è fattibile. Intanto, la squadra di Donadoni, con grande dignità, continua il suo lavoro in campo: oggi alle 15 è in programma un'amichevole col Fidenza. 

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