LE PAROLE

Napoli, Simeone: "Spalletti maestro di calcio e di vita"

Il Cholito parla anche di papà Diego: "Si è innamorato di Napoli quando è venuto a trovarmi"

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Giovanni Simeone è reduce da una stagione trionfale a Napoli e i suoi ringraziamenti vanno prima di tutto a Luciano Spalletti: "Il mister è un maestro di calcio e di vita - le parole del Cholito agli spagnoli di As -. Ha sempre parole importanti, che ti mettono voglia di continuare ad ascoltarlo. Ha detto che ha bisogno di riposare, di stare con la sua famiglia e bisogna rispettare la sua decisione. Noi gli vogliamo bene, è stato bello lavorare con lui e desideriamo il meglio per lui. Merita tutto quello che sta vivendo".

Ora il club partenopeo è a caccia di un nuovo tecnico e l'argentino, seppur indirettamente, avanza la candidatura di papà Diego, da 12 anni sulla panchina dell'Atletico Madrid: "Quando mio padre è venuto a trovarmi non si aspettava di trovare tutta questa magia, qui è rimasto colpito da tutto. Si è innamorato di Napoli... E della mozzarella. Ogni volta che vado da lui, mi chiede di portargliene cinque chili. Cinque! Farmi allenare da lui? Abbiamo sempre detto che l'unico modo per farlo accadere è che lui venga in una squadra in cui già ci sono io. Così sarebbe diverso, anche se comunque scomodo nello spogliatoio. I calciatori non sono sempre felici del proprio allenatore e ci sarebbe gente che parlerebbe male di mio padre con me...".

Simeone ha poi ripercorso alcune tappe della sua carriera, come la tripletta al Napoli che costò lo scudetto alla squadra di Sarri nel 2018: "Segnare tre gol a una squadra così importante fu speciale. Ovviamente quando sono arrivato qui tutti me lo hanno ricordato e continuano a farlo. Adesso però mi dicono anche che sono perdonato".

Tra i grandi protagonisti della stagione azzurra, che lui ha visto da vicino, ci sono Osimhen e Kvaratskhelia: "Victor è un calciatore spontaneo, non prepara i suoi movimenti, gli vengono fuori dal nulla e questo complica tanto la vita ai difensori. Khvicha pensa sempre a puntare il difensore. Non ha altro in testa, anche se qualche volta gli viene male torna sui suoi passi e lo fa di nuovo. Sapevo che era un calciatore forte, ma quando l'ho visto in campo aperto mi sono reso conto che bestia è".

L'unico rimpianto stagionale è la Champions League: "Ero convinto che la squadra sarebbe potuta arrivare più lontana. È stato un duro colpo, ma pochi giorni dopo vincemmo a Torino con la Juventus e mettemmo le mani sullo scudetto. Più di un mese di festa, e finiremo domenica. Fermarsi per godersi cosa stai per realizzare nel calcio è difficile, ma vincere così presto ci ha permesso di farlo".

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