Napoli, la svolta di Sarri dopo le critiche di Maradona

Cambio modulo, difesa blindata e Valdifiori in panchina: gli azzurri sognano

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"Spero di fargli cambiare idea nei prossimi mesi". Maurizio Sarri, invece, ci ha messo molto meno: due partite. Europa League e campionato, Bruges e Lazio, dieci gol fatti, zero subiti, gioco-spettacolo con buona pace di Maradona che, dopo il brutto pari con l'Empoli, aveva tuonato: "Giocando così, il Napoli non arriverà neanche a metà classifica". Pungolato dal Pibe de Oro, il tecnico azzurro ha subito corretto la rotta, riportando il sereno al San Paolo.

Con il consueto aplomb, il Sarri del post-Lazio non si è voluto togliere il proverbiale sassolino dalla scarpa (pur potendo): "Maradona resta il mio idolo, può pensare e dire ciò che vuole". Se non altro le critiche hanno portato bene. Ma dire che l'allenatore napoletano abbia cambiato il Napoli solo per le parole del mitico numero 10 sarebbe una bestemmia nei confronti di un tecnico che si è fatto da solo ed ha sempre deciso con la sua testa. Quella stessa bestemmia che lo stesso Sarri tira in ballo quando si parla di scudetto. Eppure...

Eppure scegliendo il 4-3-3, sacrificando il pupillo Valdifiori per un più solido Jorginho e in definitiva valorizzando due esterni come Callejon e Insigne, ha ritrovato il bandolo della matassa. Anche se la vera novità è l'aver blindato la difesa, con Reina quasi inoperoso, dato che la forza dell'attacco napoletano non è mai stata messa in discussione.

Domenica sera si è trovato di fronte una Lazio in braghe di tela ma fare il bis di 5-0 in tre giorni non è un caso: Inter a parte, le altre non corrono, perciò perché non sognare più in alto? Ora che è tornata la cazzimma, vietato fermarsi, come ha detto lo stesso Higuain: "Innanzitutto rivogliamo la Champions, e magari qualcosa in più".

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