NAPOLI

Napoli, Kvaratskhelia: "Champions o Scudetto? Tutti e due"

"Gioco in una squadra piena di giocatori molto forti e possiamo arrivare più in alto di quanto pensino tutti. CR7 il mio idolo, Guti il primo amore"

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© Getty Images

Khvicha Kvaratskhelia è l'uomo immagine di questo avvio super di stagione del Napoli. Tecnica, rapidità e potenza al servizio di Spalletti. Un leader naturale in campo e un trascinatore con le idee chiare sugli obiettivi che vuole raggiungere con la maglia azzurra. "Champions o Scudetto? Perché devo scegliere? Tutti e due  - ha spiegato in una lunga intervista al Corriere dello Sport -. Nessuno ha limiti. Possiamo crescere insieme, mano nella mano". "In Napoli è una squadra piena di giocatori molto forti, molto bravi: se continuiamo così, possiamo anche arrivare più in alto di quanto pensino tutti", ha aggiunto. 

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Protagonista di un inizio devastante col Napoli, Kvara in campo non si pone limiti. Ma sa che c'è da lavorare duro per raggiungere ceri traguardi. "Per me ogni titolo, ogni vittoria è un sogno: ad Amsterdam come al Maradona è stato magnifico, ma dobbiamo lavorare ancora tanto. Sempre. Di più", ha spiegato. In Georgia la gente lo considera un orgoglio nazionale. Un onore, ma anche un peso per l'esterno offensivo di Spalletti. "Per me è una grande gioia ma anche un'enorme responsabilità - ha precisato -. E' bello sapere che tutti o comunque in tanti la pensino così, ma proprio per questo motivo quando gioco do tutto me stesso. Il cento per cento. Più del massimo". Tutto mantenendo i piedi ben saldi per terra e con tante umiltà: "Me l'hanno trasmessa i miei genitori, sono cresciuto così: non mi piace chi esagera e chi parla troppo. Io so soltanto che devo fare del mio meglio e poi la gente giudicherà se sarò stato bravo oppure no".

"Sto lavorando molto per migliorare e voglio lavorare anche di più perché devo ancora imparare tante cose - ha aggiunto -. Però una cosa è certa: voglio arrivare in alto". "Kvaradona o Kvaravaggio? Non lo so, davvero, non ci penso e neanche voglio pensarci. Non è possibile: Maradona è troppo grande, troppo tutto. Mi va benissimo il mio: Kvara", ha continuato il georgiano. 

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Poi qualche battuta su Spalletti e sull'impatto con l'ambiente Napoli. "Il mister è veramente un grande allenatore - ha spiegato -. Molto, molto bravo: mi guarda da fuori e mi dice cosa sto facendo nella maniera giusta e cosa sto sbagliando. Mi fa migliorare. E' un maestro". "Qui sono pazzi per il calcio, un amore infinito. E poi a Napoli ha giocato Maradona. Maradona: lo amano tutti, ne parlano tutti. E' ovunque", ha continuato. "Il Napoli è una famiglia, un gruppo molto unito che lavora con impegno e guarda nella stessa direzione - ha aggiunto -. E poi la squadra è molto forte". Talmente forte da non lasciare a Kvara dubbi sui possibili obiettivi stagionali. "Lo scudetto è un sogno, certo. Gli ottavi di Champions, a questo punto, un obiettivo - ha spiegato -. Nessuno ha limiti. Possiamo crescere insieme, mano nella mano. No limits". "Beh, quando un sogno si avvera passi subito al prossimo - ha proseguito commentando la bella vittoria ad Amsterdam in Champions -. Corri a inseguirne un altro e a pensare di andare oltre, sempre più in alto". "Il campionato italiano? Ci sono tante squadre forti, di altissimo livello, e per questo sarà dura: Milan, Inter, Juve, Lazio, Roma, Atalanta, Fiorentina - ha continuato -. Anche l'Udinese ha cominciato la stagione alla grande". 

In tanti lo paragonano a George Best, ma Khvicha preferisce essere se stesso: "Non faccio troppo caso a queste cose e tra l'altro credo che sia molto difficile arrivare a questi livelli. Diciamo che io voglio arrivare al mio livello: sto lavorando per me stesso. Per essere Kvara". "I complimenti di Ancelotti? E' stata una grandissima emozione, mi ha reso felice. Lo ringrazio di cuore", ha aggiunto. Infine qualche battuta sui modelli di riferimento a cui si ispira in campo. "Il mio idolo è Cristiano Ronaldo, anche se il mio primo amore è stato Guti del Real Madrid. Quando giocavo con gli amici a Tbilisi, la mia città, indossavamo magliette bianche: io, dietro, scrivevo il suo nome". 

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