LA RICORRENZA

Milan, tre scossoni in tre anni: da Berlusconi a Yonghong Li, poi Elliott

Il 13 aprile 2017 la società rossonera passò in mani cinesi. Da quel giorno altre rivoluzioni per società e allenatori

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Era il 13 aprile 2017 quando, dopo 31 anni e 29 trofei conquistati, Silvio Berlusconi cedette il Milan a Yonghong Li. Dopo 36 mesi esatti la situazione è completamente cambiata: la proprietà è del fondo Elliott, tanti dirigenti e allenatori sono passati da Milanello e tuttora la guida tecnica dei rossoneri è incerta. Nella prossima stagione potrebbe essere confermato sulla panchina Stefano Pioli oppure arrivare uno tra Ralf Rangnick o Unai Emery.

13 aprile 2017. È una giornata storica per il mondo del calcio: dopo oltre 30 anni il Milan non è ufficialmente più di proprietà di Silvio Berlusconi. Il club rossonero è stato venduto per 740 milioni di euro; valutazione comprensiva di una situazione debitoria stimata in 220 milioni. Il cinese Yonghong Li ne diventa il nuovo detentore e alla fine di quella intensa giornata dichiarerà: “Ringrazio Berlusconi e Fininvest per la fiducia e i tifosi per la pazienza. Da oggi costruiamo il futuro. Passo dopo passo torneremo sul tetto del mondo”. Il debutto in campo del nuovo Milan avviene in un inedito derby della Madonnina tutto cinese, disputato a mezzogiorno e mezzo della vigilia di Pasqua: i rossoneri rimontano l’Inter 2-2 al 97’ grazie al tap-in vincente di Zapata.

Che cosa è cambiato nel Milan negli ultimi tre anni? A questa domanda si potrebbe rispondere generalmente “tutto e niente”. Niente, perché il progetto sportivo ambizioso promosso da Mr Li non ha evidentemente visto la luce, con una squadra che in tre stagioni ha quasi sempre fatto molta fatica a entrare in zona Europa. Tutto, perché da quel 13 aprile il Milan ha subìto nuove continue rivoluzioni: è passato di mano a un’altra proprietà e ha visto alternarsi due presidenti, due amministratori delegati, due direttori sportivi e quattro allenatori. Nonché tanti calciatori, non esattamente tutti azzeccati.

Trentasei mesi fa Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli prendevano le redini della società rossonera, rispettivamente come amministratore delegato e direttore sportivo. In quello scampolo di finale di stagione il Milan, allora allenato da Vincenzo Montella, chiude al sesto posto: posizione utile per potere accedere ai preliminari di Europa League. I 240 milioni investiti nell’estate 2017 per ben undici nuovi giocatori (senza contare il complicato rinnovo di Gianluigi Donnarumma) non portano però i frutti sperati: Montella viene esonerato a fine novembre e il successore Gennaro Gattuso cerca di risollevare la squadra, che a fine stagione perde malamente la finale di Coppa Italia contro la Juventus e conferma la sesta posizione in campionato.

Il 10 luglio 2018 il fondo Elliott rileva ufficialmente il Milan, a seguito della mancata restituzione da parte di Yonghong Li dei 32 milioni richiesti per l’aumento di capitale e anticipati dal fondo d’investimento statunitense. Cambia nuovamente il cda rossonero: Paolo Scaroni è il nuovo presidente. Nel frattempo tornano nella dirigenza vecchi cuori rossoneri: Leonardo assume il ruolo di direttore generale dell’area tecnico-sportiva, Paolo Maldini diventa direttore sviluppo strategico area sport. Nel dicembre successivo, poi, Ivan Gazidis entra in carica come nuovo ad. Con sempre Gattuso al comando, il Milan sfiora la tanto agognata zona Champions League, persa solo per un punto in classifica. Due giorni dopo la fine del campionato si dimettono sia Leonardo sia Rino. Frederic Massara è il nuovo ds; Boban entra come CFO ma dura solo nove mesi; Marco Giampaolo il nuovo tecnico. Quest’ultimo resterà sulla panchina del Milan fino a inizio ottobre, con Stefano Pioli che prenderà il suo posto. Ma sarà sempre quest’ultimo alla guida tecnica nella prossima stagione?

Se da una parte sembra raffreddarsi la pista che vedeva Ralf Rangnick nuovo allenatore del Milan, dalla spagna arrivano conferme sul fatto che i rossoneri avrebbero sondato Unai Emery. Se non venisse confermato Pioli, ci si orienterebbe quindi verso un’ipotesi straniera, con il tedesco che tornerebbe attivamente sui campi di calcio dopo l’esperienza in Red Bull e con lo spagnolo che non vedrebbe l’ora di riscattare la sfortunata recente esperienza all’Arsenal. In attesa di capire se (ed eventualmente quando) terminerà questa stagione, il Milan è già ampiamente al lavoro per un nuovo futuro.

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