Il difensore inglese: "Bisogna fare qualcosa contro il razzismo, anche sui social media". Poi il rapporto con Pioli e Maldini
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Da scommessa presa in prestito dal Chelsea a punto fermo e imprescindibile del Milan capolista in Serie A, dopo essere stato riscattato la scorsa estate. Il rendimento della squadra di Pioli con o senza Fikayo Tomori cambia completamente, ma anche la carriera del difensore inglese ha preso una piega decisamente più positiva dal trasferimento in Italia. In patria sono rimasti sorpresi della velocità con cui Tomori si è inserito nel calcio italiano, ma anche nel modo di vivere del nostro Paese e di averlo trovato con un italiano quasi fluente.
Del suo trasferimento in Italia, dei suoi obiettivi con il club e la nazionale inglese e degli insulti razzisti ricevuti a Cagliari, Tomori ha parlato in una approfondita intervista rilasciata al The Guardian.
Il calcio italiano - "In Inghilterra il calcio è più simile al basket, si va azione per azione e si reagisce di conseguenza. La Serie A invece è più come il football americano - ha dichiarato Tomori -. E' fatto di situazioni da leggere in base a dove si trova il pallone o il tuo avversario, facendoti muovere in maniera tale da essere pronto in qualsiasi caso. Devi sempre sapere dov'è il pallone, dove sono i compagni e prevedere cosa può succedere tenendoti pronto a rincorse di 30 metri come succede spesso in Inghilterra oppure a pressare il diretto avversario".
Pioli e Maldini - Nel corso dell'intervista, Tomori ha raccontato le prime fasi della trattativa che lo ha portato a vestire la maglia del Milan. La chiamata arrivò da Paolo Maldini "il miglior difensore di sempre" come ha detto l'inglese. Pur non essendo nello staff tecnico, Tomori si è detto felice di condividere l'ambiente di Milanello con lui, raccontando anche una scena: "L'altro giorno ci ha parlato della velocità del giro palla difensivo, spiegandoci la migliore posizione del corpo per ricevere il pallone. Da difensore voglio sempre impressionarlo".
Anche del rapporto con l'allenatore Stefano Pioli, Tomori è soddisfatto. Il difensore inglese ha spiegato dell'apprezzamento del fatto che dopo ogni partita, anche se fatta bene, l'allenatore abbia qualche consiglio per farlo migliorare concentrandosi sui dettagli. La vera differenza col calcio inglese.
Il rapporto con Abraham - Tomori non è stato l'unico inglese ad integrarsi rapidamente in Serie A, anche l'amico di infanzia Tammy Abraham che lo stesso difensore ha consigliato nel momento di scegliere la Roma: "Gli consigliai questo campionato, mi sentivo che lo avrebbe aiutato a crescere e sta facendo bene".
In Italia per Tomori è tutta un'altra vita, almeno stando al feedback della famiglia: "Mia sorella mi trova più calmo e sorridente rispetto a prima, ma questo perché la vita in Italia è così rispetto all'Inghilterra. Ora mi fermo a rilassarmi coi compagni di squadra dopo l'allenamento, in terrazza con gli amici, non corro subito a casa. Tutto qui va un po' più piano ed è più rilassante".
Razzismo - Prima della pausa per le nazionali però Tomori è stato vittima, con Maignan, di insulti razzisti al termine di Cagliari-Milan 0-1. "Non è stato bello - ha concluso l'inglese al Guardian -, ma tutti i giocatori e la società ci hanno aiutato e supportato. E' stato un momento triste, ma bisogna fare qualcosa in quelle condizioni e anche sui social media. Ognuno può dirti quello che vuole pensando di essere autorizzato a farlo e soprattutto sicuro di restare impunito".