Milan, Suso: "Dopo il pasticcio dei cinesi, con gli americani è cambiato tutto"

Lo spagnolo racconta la svolta: "Ora ci sono Maldini e Leonardo, loro conoscono il calcio e il club. Gattuso? Il numero uno"

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La ripresa del Milan con le tre vittorie consecutive è passata da suoi piedi e anche con la Spagna ha iniziato a dimostrare di poter giocare titolare. Suso sta vivendo un momento d'oro, soprattutto dopo i due assist a Cardiff contro il Galles, e questo dipende dalla calma ritrovata a Milano sia a livello personale che di gruppo. Infatti il fantasista ha ammesso che negli ultimi mesi la situazione dei rossoneri ha avuto una svolta radicale: "Dopo il pasticcio dei cinesi, ora con gli americani si è calmato tutto. Sono entrate nel club leggende come Maldini e Leonardo, gente che conosce il calcio e il club".

Parole dure nei confronti di Yonghong Li e di grande apprezzamento verso le leggende milaniste, ma l'ex capitano non è invadente: "Osserva molto e parla poco. La verità è che si impone per quello che è, mi fa un certo effetto chiedergli qualche consiglio. Ma è sempre vicino”, ha rivelato in un'intervista a Marca. Dentro e fuori dal campo è ottimo il rapporto con Rino Gattuso: “In allenamento e in partita è come quando giocava, ci mette pura passione e intensità. Però fuori è altro, puoi parlare con lui di tutto. Come persona è il numero uno".
E proprio lontano dal campo la serenità del fantasista è evidente: “Sono molto tranquillo, aspetto il bambino che arriverà tra quattro settimane, si chiamerà Alessio. Vivo molto tranquillo in una città che mi piace molto e ha tutto. Se segno la dedica è per lui e per la mia fidanzata Alicia. Ne ho segnati due al Sassuolo e mi ha fatto un po' di rabbia non dedicarli a loro. Però so che era un momento delicato per il club, arrivavamo da tre pareggi di fila".

Suso non sente grandi differenze tra la Roja e il Milan, merito delle guide tecniche: "Luis Enrique è un tipo diretto come Gattuso, e tatticamente non è il tipico allenatore spagnolo. È puntiglioso, analizza a fondo i rivali, l'esperienza in Italia gli ha fatto bene. Il gioco poi non cambia molto. Anche il Milan vuole tenere il possesso, parto dalla fascia per tagliare verso il centro". E nonostante si noti il fatto di essere spagnolo come temperamento e stile di gioco, il 25enne in Italia ha imparato molto: "Qui il calcio è molto tattico ed esigente per gli attaccanti, con le difese molto organizzate. Mi ha migliorato". Forse un segnale per la permanenza a Milanello, che unito alla voglia di rinnovare il contratto può far sperare i tifosi rossoneri...

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