Milan, Scaroni: "Meglio la Champions dello scudetto. Ibra fantastico, ma preferisco Suso"

Il presidente rossonero difende Gattuso ("La squadra ha assorbito la sua grinta") e assicura: "Nessuna trattativa per un socio di minoranza"

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Mentre in casa Milan mister Gattuso deve fare i conti con l'infermeria piena, il presidente Scaroni concede una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport in cui espone i piani della società rossonera, parla di mercato e assicura che non esistono trattative per cercare un socio di minoranza: "Preferisco un Milan qualificato tre volte in Champions League piuttosto che vincere uno scudetto" ha detto 'punzecchiando' forse un po' la Juventus dopo la sconfitta di San Siro.

"Nel calcio ci sono due montagne da scalare contemporaneamente, quella sportiva e quella economica - ha spiegato l'uomo alla guida del Diavolo dallo scorso 21 luglio - sono intrecciate e tenute insieme dal Fair play. Il ragionamento è complessivo e deve portare a cambiare le logiche di espansione del nostro campionato. Dobbiamo guardare all'Oriente e in America, perché per riportare qui i grandi campioni tutto passa dall'audience mondiale. Il Milan potrebbe essere avvantaggiato: è il club italiano con il maggior numero di tifosi sparsi nel pianeta. Non vogliamo restino vecchi signori che ricordano vecchie glorie, vogliamo tornare a livelli economici e sportivi eccellenti".

Livelli eccellenti a cui è abituata ormai da diversi anni la Juventus, reduce dalla vittoria del Meazza contro i rossoneri: "E' l'unica società che si è messa a percorrere la strada dei club inglesi. È un modello, certo. Ma lo dico anche se Agnelli non condividerà: vincere sette scudetti di fila è un bellissimo record, ma ormai i titoli nazionali perdono peso in favore delle competizioni europee. In Cina o in Brasile guardano le coppe più che i campionati. Per questo preferisco un Milan qualificato tre volte in Champions piuttosto che vincere uno scudetto". Obiettivo minimo fondamentale, quindi, è il quarto posto: "In tutte le carte del nostro business plan di quest'anno non prevediamo la Champions. L'anno prossimo sì, se non la centrassimo servirebbe un piano B".

Intanto la prossima settimana il Milan si presenterà di nuovo davanti all'UEFA: "Vado in Svizzera lunedì, l'audizione sarà martedì mattina alle nove e mezza. In queste ore invieremo tutta la documentazione e ci auguriamo che ogni cosa proceda per il verso giusto. A decidere saranno magistrati della corte europea, totalmente indipendenti. In più non hanno un compito difficilissimo: sul fatto che nel periodo tra il 2014 e il 2017 la società abbia violato i vincoli del Financial Fair play entrambe le parti concordano. Va solo stabilita una sanzione proporzionata alla colpa, come ha chiesto il Tas di Losanna. L'analisi del bilancio futuro è uno step successivo e avverrà in primavera". Motivo per cui, nonostante i tanti infortunati e la necessità di intervenire, nelle prossime sessioni il calciomercato del Milan avrà dei rigidi paletti: "Oggi è inutile comprare perfino Messi, se poi ti possono vietare di farlo giocare. Bisogna puntare sui giovani, crescerli a zero euro e rivenderli a 30-40 milioni è il modo migliore per realizzare profitti che poi ti permettono di fare altri acquisti. E i tifosi capirebbero".

Il presidente parla di giovani, ma ultimamente i nomi più caldi per l'attacco sono Ibrahimovic e Pato, non esattamente due ragazzini: "È un altro discorso, Ibrahimovic per esempio sarà libero di scegliere la sua nuova squadra. È un giocatore fantastico, da tifoso lo adoro per l'altezza abbinata all'agilità. Sul mercato però non decido io. E il mio giocatore preferito in assoluto ce l'ho già in squadra: Suso". A proposito di attaccanti, Scaroni ha parlato anche di Higuain, molto criticato per il rigore fallito e il rosso rimediato contro la Juve: "Salvini ha espresso un parere durissimo ma ha parlato da tifoso. Anch'io lo sono ma in certe situazioni devo vedere le cose con distanza, ho la necessità di prendere delle decisioni. Higuain è normalmente piuttosto nervoso, con la Juve a maggior ragione. E dopo aver sbagliato un rigore cruciale era nervoso al quadrato. Guardo all'episodio da due diversi punti di vista. Da quello negativo parliamo di un professionista di 30 anni e non di 18, deve sapersi trattenere. Da quello positivo, e il ricorso viene da qui, non ha insultato nessuno, ha controllato meglio la sua lingua del suo corpo".

Dai giocatori a Gattuso, che Scaroni assicura non essere mai stato in bilico: "Gli allenatori si valutano sui risultati. Oggi il Milan va più forte dell'anno scorso e Rino ha fatto meglio del suo predecessore. Dunque il tema non si pone. In più vedo che la squadra ha assorbito la sua grinta, anche se sarebbe meglio non si trasformasse in proteste. È vero che il primo tempo con il Betis mi ha rattristato profondamente ma, seppur con i lacrimoni, non mi è mai sfuggita alcuna battuta sull'esonero". Dunque i rossoneri non hanno mai cercato Antonio Conte: "Magari non me l'hanno detto, ma io non l'ho mai sentito menzionare da nessuno. E personalmente non ho nemmeno il suo numero di cellulare".

Infine una battuta sulla questione stadio (“E' al primo posto. Io ho fatto un'inversione a 'U' rispetto alla precedente proprietà, vorrei uno stadio nuovo insieme all'Inter") e la smentita sulla ricerca di un possibile socio di minoranza: "Non ci sono trattative, zero, nessun socio in vista e nemmeno lo si cerca. Elliott ha un disegno di ampio respiro da realizzare in 3-5 anni. Deve prima creare valore se un giorno vorrà disinvestire. È quello che un fondo fa di mestiere e i loro numeri, dal 1978 a oggi, dicono che lo fanno benissimo".

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