L'INTERVISTA

Milan, Rebic: "Voglio restare e giocare con Ibra, c'è bisogno di lui"

L'attaccante rossonero: "Ho sfruttato la mia occasione, la mia forza è nella testa"

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La sua firma è su molti dei gol del Milan nel 2020. Ante Rebic, dopo i primi mesi passati nell'ombra e in panchina, si è preso il palcoscenico rossonero a suon di gol e prestazioni e ora è un punto fermo su cui il Milan vuole costruire il futuro: "L'ho già detto, sì vorrei restare". Il croato però vorrebbe lo stesso destino per Ibrahimovic: "C'è bisogno di lui, è un leader che ha portato tanto a tutti. Quando parla lui, in molti stanno zitti, anche se io quando non sono d'accordo glielo dico".

La svolta in campo del croato con il Milan è coincisa proprio con l'arrivo in rossonero di Ibrahimovic, ma Rebic nell'intervista rilasciata a Sportweek ha parlato un po' di tutto: "La mia forza è nella testa, chi mi attacca mi carica. Io conosco le mie qualità, sono fisicamente forte, veloce e gioco con entrambi i piedi, ma è nella testa che sono forte. Non sopporto chi resta a terra tre minuti dopo ogni contatto. Con la Juve l'ho detto a Bernardeschi e a Higuain, così Szczesny mi ha provocato 'Perdi 2-0, non fare il fenomeno'. Normalmente avrei replicato, ma stavolta non ho aperto bocca e a Szczesny ho risposto in un altro modo, segnando".

Prima però l'inizio al Milan non era stato dei migliori, tanto che a gennaio si paventava per Rebic un ritorno anticipato all'Eintracht: "Con Giampaolo non ho mai parlato - rivela l'attaccante croato -. A Francoforte a gennaio parlavano di un mio ritorno, ma mi sono detto 'Voglio fare 4-5 partite di fila col Milan. Se giocherò male vorrà dire che non è il mio livello e non posso restare. Non avevo avuto occasioni, e quando questa è arrivata l'ho sfruttata". Il cambio di rotta è arrivato con Pioli, ma anche con il tempo: "La squadra ha fatto fatica. I primi tre-quattro mesi di questa stagione erano iniziati male come al solito, adesso però abbiamo preso la strada giusta e dobbiamo continuare, perché abbiamo qualità. Tutti i giocatori che sono qui hanno fatto benissimo dove giocavano prima, avevano solo bisogno di un po’ di pace, di fiducia. Da gennaio giochiamo molto meglio di prima, ci conosciamo di più. Oggi so come di muove Castillejo, come mi da la palla Bennacer... Io conosco meglio i miei compagni e loro conoscono meglio me".

Da prima punta o da attaccante esterno, Rebic non ha dubbi sul ruolo preferito: "Giocare insieme a Ibra, con uno come lui che prende la palla e mi apre gli spazi. All'Eintracht abbiamo fatto bene perché io andavo in profondità, Jovic faceva gol e Haller vinceva tutti i duelli aerei. Io so che uno come Ibra prende la palla di testa così mi butto dentro".

Il futuro rossonero, infine, sembra portare a Ralf Rangnick, manager che lo stesso Rebic conosce bene: "Decisivo per venire al Milan è stato Boban che dopo la Juve mi ha chiamato perché era contento che stessi dimostrato che non si era sbagliato a prendermi. Rangnick lo conosco bene, mi chiamò dopo aver fatto bene al Mondiale 2014. Venne apposta a Firenze, da capo della divisione calcistica Red Bull, dicendomi: 'Scegli tu, Lipsia o Salisburgo'. Scelsi la Germania per il progetto con la squadra in Bundesliga 2, ma non mi sbagliai e lo stiamo vedendo tutti. Giocai poco perché l'allenatore aveva i suoi giocatori". 

Su Luka Jovic, ex compagno e nel mirino del Milan: "Non è andato al Real per caso. Ha avuto troppi infortuni e poi non so cosa gli sia scattato nella testa. Ora hanno un'immagine di lui a Madrid che non è quella reale. Deve concentrarsi solo sul calcio perché è fortissimo".

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