I RE DEL CALCIO

Milan, Pioli: "Allo scudetto bisogna credere e che bello sfidare Conte"

Intervista esclusiva di Alberto Brandi al tecnico campione d'Italia: "La corsa dopo il gol di Giroud? Sembro Mazzone..."

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Una lunga intervista, intensa, dal campo alla vita privata, firmata da Alberto Brandi. Stefano Pioli si confessa a "I Re del calcio" e ripercorre i momenti più belli della trionfale stagione dello scudetto senza smettere però di guardare avanti, al campionato ancora da giocarsi e, soprattutto, alla Champions League: "Bisogna pensare che si possa vincere lo scudetto - ha detto -. Poi è evidente che se il Napoli continua a fare questo ritmo arriva a 100 punti e vince meritatamente il campionato. La sfida con Conte in Europa? Sicuramente sarà un appuntamento molto importante e stimolante, un po' perché è tanto che il Milan non arrivava agli ottavi di finale, un po' perché affrontiamo una grande squadra allenata da un grandissimo allenatore". 

L'INTERVISTA INTEGRALE

Come è stato il 2022 del Milan?
"Siamo arrivati a questa vittoria prestigiosa in anticipo rispetto ai tempi, perché quando investi sui giovani ti aspetti di arrivare a vincere un po' più lontano nel tempo. Noi siamo riusciti a farlo quasi subito, quindi è chiaro che il 2022 per me e per noi sia stato un anno molto importante e con tante soddisfazioni".

È cambiato anche Pioli?
"Sicuramente sono cambiato. Vorrei che i miei vecchi giocatori vedessero come alleno adesso. Questo fa parte della crescita professionale e umana di qualsiasi professionista e credo che siano state soprattutto le esperienze negative a migliorarmi di più. Credo di essere migliorato in tante cose, soprattutto in due-tre che ritengo le più importanti nel mio lavoro: soluzioni tattiche diverse, rapporto con i miei giocatori e probabilmente anche una comunicazione migliore verso l'esterno di quella che potevo fare all'inizio della mia carriera".

Rivedendo la corsa dopo il gol di Giroud contro l'Inter...
"Rivendendola mi sembro un po' Mazzone quando fece la corsa, il passo più o meno è quello... Noi siamo partiti per vincere il campionato, perché l'anno precedente eravamo arrivati secondi e volevamo migliorare il nostro piazzamento. Arrivare al girone di ritorno in un derby, in cui sei sono di sette punti e potevi andare potenzialmente a meno 10... vincerlo così è stato importante per la stagione".

Come valuta Ancelotti?
"Carlo è un top in tutto. Ha vinto in tutti i campionati, ha allenato e migliorato i giocatori, ha stile, classe, buonsenso, intelligenza. Per me rimane un allenatore di grandissimo livello e un punto di riferimento".

Quanto la gasa la sfida con Conte?
"Sicuramente sarà un appuntamento molto importante e stimolante, un po' perché è tanto che il Milan non arrivava agli ottavi di finale, un po' perché affrontiamo una grande squadra allenata da un grandissimo allenatore".

Ci confermi che dopo il gol di Giroud non ha toccato un sigaro per un mese? 
"Assolutamente sì e ho fatto fatica perché io ne fumo due al giorno e sono momenti che mi piacciono e mi rilassano. Però ne è valsa la pena... è un fioretto che in futuro spero di ripetere".

Simone Inzaghi ti ha succeduto alla Lazio...
"Quando io potevo seguivo un po' i suoi allenamento e quando poteva lui i miei. C'è sempre stato un buonissimo rapporto, di grande collaborazione... Poi chiaro che le strade si sono separate, ci siamo incontrati tante volte da avversario. Ci siamo affrontati con grande rispetto l'uno per l'altro".

Su cosa ha stimolato i suoi per la corsa scudetto?
"Ci siamo sempre 'disinteressati' di quello che dicevano fuori. Ti dico che facevo leva sulle motivazioni dei giocatori: anche quando si vinceva, tutti davano come percentuali di vittoria più alte altre squadre, io lo dicevo ogni giorno ai miei giocatori. Devo dire grazie a chi non credeva in noi perché ci ha dato sempre qualcosa in più per raggiungere questo grande obiettivo".

Steven Zhang le ha fatto i complimenti?
"Si, è vero. Ha avuto un modo di porsi sempre corretto. Mi ha scritto 'Complimenti mister perché te lo sei meritato'".

Pioli riceve il disco d'oro per 'Pioli is on fire'...
"È una cosa difficile da descrivere, soprattutto quando i nostri tifosi lo intonano a San Siro vivo delle emozioni fortissime e faccio fatica onestamente a stare calmo e a controllare quelle che potrebbero essere le mie reazioni. È una cosa ancora più bella perché è partito dai giocatori e vedo i giocatori contenti quando i tifosi la cantano. È una cosa che ci lega, non unicamente mia. Il coro poi è quello, è una cosa nostra. È un piacere dirti che in estate era ovunque, fa assolutamente piacere. Ogni matrimonio, ogni festa, mi mandavano i filmati e mi faceva piacere... Lo apprezzo tanto, inutile far finta di niente".

Dov'era durante Bologna-Inter?
"Io ero a cena con Maldini e Massara perché abbiamo le nostre abitudini e i nostri appuntamenti. Ma non stavamo guardando la partita, anzi avevamo finta di pensare a tutt'altro, avevamo staccato i telefonini e non sapevamo neanche il risultato. È vero che è stato un episodio importante a nostro favore, ma è altrettanto vero che noi abbiamo fatto 86 punti per vincere il campionato e siamo stati gli unici a esserci riusciti".

Ha rimpianti?
"No, credo di aver fatto tutto. Credo che in quel giorno lì e nel giorno successivo di essermi assolutamente goduto il momento. Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare, abbiamo gioito tra di noi, con i nostri parenti e amici, con tutti i nostri tifosi che ci hanno regalato una giornata indimenticabile. Anche se veramente ho assaporato in modo più profondo la vittoria dello scudetto quando siamo tornati a Milano alle due di notte, fumavo un sigaro con mio figlio e vedevamo le persone passare con le bandiere. Lì ho capito cosa eravamo riusciti a fare".

Quanto le è mancato suo padre?
"Tantissimo. È stata la prima persona al quale ho pensato perché mi sono sempre sentito protetto e al sicuro con lui. E' una cosa importantissima da bambino, ma anche da adulto. Mi ha sempre seguito con una discrezione, positività che si sarebbe meritato di viverla insieme a noi questa bella soddisfazione".

Cosa le ha detto sua mamma dopo lo scudetto?
"Era molto contenta. La mamma non riesce a esternare le emozioni, le critiche le vengono meglio, ma so che è molto orgogliosa. Io ho una famiglia e un gruppo di amici che veramente mi hanno seguito in tutta la mia carriera, anche loro hanno vissuto esperienze positive e negative. Quando arrivi a una vittoria così prestigiosa e importante la soddisfazione, la gioia, credo sia ancora - se possibile - più grande".

Qual è la professione della famiglia Pioli?
"Mio papà ha fatto un sacco di lavori. Noi siamo tre fratelli, mia mamma lavorava. Quando si sono sposati lui le ha detto di stare a casa con i figli che ci pensava lui. Io avrei fatto il postino se non avessi fatto il giocatore. O meglio, quello che avrei fatto dopo il giocatore. Penso che sia un lavoro che mi poteva soddisfare".

Suo figlio ora lavora nel suo staff...
"Il suo è stato un ingresso preparato e non subito esposto in prima persona. Chi lo conosce ne apprezza le qualità professionali, l'importante è quello. È un ragazzo con grande volontà e che sta facendo il suo percorso per fare un domani la sua strada".

Crede nello scudetto?
"Bisogna pensare che si possa pensare a vincere lo scudetto. Poi è evidente che se il Napoli continua a fare questo ritmo arriva a 100 punti e vince meritatamente il campionato".

Nel 2023 vorrebbe indossare nuovamente la corona?
"Speriamo. Siamo qui con grande ambizione, sicuramente. Non abbiamo nessuna intenzione di arrenderci, vogliamo fare tantissimi punti e provare a rimetterci in testa questo bellissimo ornamento".

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