Milan, Yonghong Li indagato

L'uomo d'affari cinese è nel mirino della Procura di Milano per false comunicazioni sociali. Lui intanto attacca Elliott: "Mi fidavo di lui, ma..."

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L'ex proprietario del Milan, Yonghong Li, è finito nel mirino della Procura di Milano. L'uomo di affari cinese è indagato per falso in bilancio e l'ipotesi di reato di false comunicazioni sociali. L'indagine non riguarda il cambio di proprietà, ma la campagna mediatica di Li che in diverse occasioni aveva dichiarato di essere in grado di mantenere gli impegni. La Guardia di Finanza sta effettuando acquisizioni di atti presso la società Milan.

La Procura milanese, che continua ad acquisire documenti tra la sede del Milan e consulenti che si sono occupati dell'operazione, vuole vederci chiaro: perché Yonghong Li ha perso 698 milioni di euro (tra acquisto e aumenti di capitale) investiti nel club per soli 32 milioni? E perché non ha accettato l'offerta dei compratori palesatisi nell'ultimo periodo?

Allo stato l'indagine riguarda solo Yonghong Li e non Berlusconi, e non la fase precedente la vendita del Milan al 48enne imprenditore cinese di stanza a Hong Kong, ma la sua opacità nei comunicati ufficiali con i quali nel corso del tempo, prima di non reggere più il bluff del pagamento dei debiti e di essere quindi scalzato dal fondo americano Elliott, aveva più volte affermato al mercato di poter invece far fronte agli impegni finanziari man mano richiestigli.

L'ex presidente del Milan, Yonghong Li, ha scritto una lettera ai tifosi rossoneri, pubblicata in esclusiva da il Sole 24 Ore, annunciando di voler fare causa a Elliott. “È con grande rammarico che, in qualità di Presidente, rivolgo questa lettera a tutti i sostenitori, azionisti e dipendenti della prestigiosa A.C. Milan”, le sue parole. Nel giorno in cui è emersa l'indagine a suo carico e alla vigilia dell'assemblea che rivoluzionerà la governance del club, da Hong Kong Li ha spiegato: "L'acquisto dell'A.C. Milan non è stata né una decisione incauta né tantomeno una decisione dettata da una mia infatuazione passeggera; deriva dalla mia passione per la squadra e dalla mia convinzione circa il potenziale economico di un investimento in una delle più nobili squadre di calcio al mondo. Fino al 30 giugno 2018 - prosegue -, ho versato quasi 880 milioni a favore dell'A.C. Milan, dei quali solo 280 milioni finanziati attraverso Elliott, mentre ho provveduto personalmente per la restante parte". L'ormai ex proprietario del Milan accusa il fondo di aver "orchestrato un default anticipato, non giustificato da alcuna violazione dei covenant del Milan. Non mi ha permesso di realizzare lo sviluppo strategico del club, ne' concludere una vendita soddisfacente della squadra con un prestigioso acquirente che, al contrario di Elliott, ha un reale interesse e un piano strategico e di investimento di lungo termine per l'A.C. Milan. Inoltre - aggiunge - non mi ha permesso di mantenere la promessa al Sig. Silvio Berlusconi di accrescere il valore e lo standing della squadra che entrambi amiamo".

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