ARIA DI CRISI

Milan, allarme rossonero: la squadra è spenta, mancano i gol su azione

La squadra di Pioli non vince da quattro partite e le uniche reti sono arrivate su rigore o per autogol

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Il 2021 del Milan non è certo come i tifosi rossoneri - e probabilmente la società stessa - si sarebbe immaginato. Dopo un 2020 da urlo, da record di punti e con sole due sconfitte, nel nuovo anno solare non solo il Milan ha perso la vetta in favore dei cugini nerazzurri, ma nei primi due mesi dell'anno ha messo in mostra preoccupanti carenze fisiche e mentali. Quella che sembrava essere una macchina da gol perfetta si è inceppata e nelle ultime quattro partite l'unico gol su azione è arrivato grazie a una goffa autorete di Pankov a Belgrado. Sterilità offensiva accentuata dagli zero tiri in casa dello Spezia, prima vera sirena d'allarme stagionale, e dalla doppia sfida europea risolta da due rigori e - appunto - un'autorete.

Il calendario non permette distrazioni, se non fosse per la chiacchierata ospitata fissa di Ibrahimovic a Sanremo, e già domenica sera nel posticipo metterà di fronte agli uomini di Pioli la Roma di Fonseca in quello che sicuramente è uno scontro diretto per la qualificazione in Champions League. Due squadre che appaiono in momenti di forma decisamente diversi, ma che per gli stessi motivi non possono sbagliare la partita.

Se la Roma sarà alle prese con l'infortunio di Dzeko, il compito di Pioli è ben più arduo. La sua squadra sembra poco lucida, demotivata e soprattutto stanca fisicamente e mentalmente. Il gruppo pimpante, aggressivo e in grado di schiacciare all'angolo l'avversario anche in partita dal risultato non vincente come il 3-3 dell'andata con la Roma o i pareggi interni contro Parma e Verona, non esiste più. Forse scorie di una preparazione fisica iniziale condizionata - nel bene fino a dicembre e nel male dopo - dai preliminari di Europa League, oppure problematica di un gruppo giovane che dopo mesi di entusiasmo e risultati si sta trovando a dover reagire e far fronte a vere pressioni, il Milan appare irriconoscibile seppur con gli ottavi di finale di Europa League in tasca e il secondo posto in campionato.

Difficile individuare giocatori più sottotono di altri, il calo sembra coinvolgere tutti. Prendendo un esempio per reparto, lasciando da parte l'unica certezza che al momento si chiama Donnarumma - decisivo anche contro la Stella Rossa a San Siro - in difesa il momento di crisi di Romagnoli è ormai lampante, beffato anche da Ben Nahoubane senza troppa difficoltà e in balìa di critiche che non lo stanno risparmiando, seppur con la difesa a spada tratta e nelle scelte dell'allenatore. In mezzo al campo è invece Calhanoglu a sembrare in difficoltà. Una pedina sotto tono che trovandosi nel fulcro del gioco offensivo rossonero sta facendo tutta la differenza del mondo, dopo aver trascinato il Milan nella rinascita a suon di gol e assist nel 2020. Per il turco sembra essere tornata la versione impaurita e impacciata precedente al primo lockdown.

Infine l'attacco, sempre sorretto da Ibrahimovic nel bene - giocate, occasioni e gol - e nel male - con schemi d'attacco spesso ripetitivi che lo vedono terminale unico di palle alte. Qui il giocatore più in difficoltà è Rafael Leao che anche contro i serbi, schierato da prima punta, non ha inciso. Certo per il giovane portoghese non è facile trovare continuità cambiando sempre ruolo, ma è l'atteggiamento in campo a preoccupare in quanto a determinazione.

Stefano Pioli ora è di fronte al momento più critico della propria gestione, dovendo cercare di far passare la tempesta senza troppi danni e con un calendario decisamente fitto e complicato per i prossimi tre mesi. La prima tappa, quella dell'Olimpico contro la Roma di Fonseca, potrebbe essere un primo gran premio della montagna da conquistare a tutti i costi.

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