Donnarumma-Piatek: è un Milan... estremo

Il portiere è tornato a crescere e porta punti importanti. Il polacco, alla seconda chiamata, timbra ancora il cartellino. E Paquetà...

  • A
  • A
  • A

Se proprio bisogna trovare un segreto, il segreto è Valerio Fiori. Impossibile non sottolinearlo oggi. Il Milan che torna da Roma con un punto Champions importante in tasca è sicuramente figlio dell'ennesima prestazione di altissimo livello di Gigio Donnarumma. Normale, verrebbe da dire, per un ragazzo da subito "timbrato" come talento assoluto. Meno normale, però, dopo una stagione, la scorsa, per molti versi complicata. Si può banalmente pensare che siano state semplicemente superate tutte le polemiche susseguite al suo complicato rinnovo di contratto. In parte è senz'altro così, ma nel rilancio di Gigio ha un merito non insignificativo, appunto, Valerio Fiori, ripescato dalla nuova dirigenza nel ruolo di preparatore dei portieri.

Va fatta una precisazione: l'anno scorso non era solo qualche amnesia di troppo. Piuttosto era la sensazione che Donnarumma avesse smesso di crescere. È qui che Fiori ha e sta lavorando benissimo: il portiere rossonero è tornato a mettere mattoni sul muro della sua "evoluzione", ha migliorato i fondamentali, limato certi difetti - ad esempio la tendenza a stendersi male sulla sua sinistra -, aggiunto sicurezze alle già importanti doti naturali e migliorato parecchio anche nel gioco con i piedi. Questo Donnarumma è meglio del primo Donnarumma. Sembra ovvio ma non lo è. Quello valeva cento milioni, questo è tornato ad avere un prezzo altissimo ma, soprattutto, a essere un patrimonio unico per il Milan.

La serata di Roma, con almeno cinque interventi sopra le righe - o fuori classifica se volete -, non è solamente la classica giornata di grazia. È una linea di continuità che aggiunge metri alle parate contro il Napoli e prima ancora a quella clamorosa su Petagna contro la Spal. Donnarumma sta portando punti e non è insignificante. Un anno fa i suoi errori pesarono moltissimo in Europa League (papera contro l'Arsenal) e in Coppa Italia nella finale contro la Juve. Quest'anno possono valere un posto in Champions.

Se Gigio difende, Piatek attacca. Dopo la "controrisposta" di Higuain con tanto di doppietta rifilata all'Huddersfield, ci si attendeva un nuovo segnale dal polacco. E, ovviamente, non è mancato. Piatek è micidiale, come dice Gattuso fa reparto da solo ma come spiega ancora meglio il tecnico rossonero abbassa, con i suoi movimenti, le squadre avversarie creando spazi sulla trequarti. È un bomber dalla testa ai piedi, uno di quelli che non fanno più, che tocca un pallone e segna (non a caso ha fatto tre gol tra Napoli e Roma con i primi tre palloni toccati, ndr), che tiene in costante apprensione gli avversari. È l'attaccante di cui il Milan aveva bisogno, uno che ha passo e fame, grinta e talento. Di quelli che ti risolvono le partite che contano a differenza, almeno fin qui, di quanto facesse Higuain. Napoli e Roma erano pietre miliari nella stagione del Milan e Piatek ha sempre risposto presente. Deve crescere nel gioco con la squadra e la squadra deve crescere nel gioco con lui appoggiandolo e imparando a conoscerlo, ma la sua presenza si sente già molto forte e ha in parte già modificato il gioco del Milan. Non a caso contro la Roma gli esterni bassi hanno spesso cercato la verticalizzazione oltre le linee per sfruttare la sua velocità.

A innescarlo ancora maggiormente potrebbe essere Paquetà, il giocatore forse più interessante del nuovo Milan. Il ruolo naturale del brasiliano è sotto punta, ma l'utilizzo che ne sta facendo Gattuso è intelligente e positivo. Paquetà è all'interno della squadra - e soprattutto per gli avversari - una mezzala anomala, che dà pochi punti di riferimento e diventa oltremodo pericoloso quando riesce a ritagliarsi un metro tra le linee. Sul gol di Piatek il suo contributo è tanto evidente da non dover nemmeno essere sottolineato. Ma sono almeno un paio di giocate non andate a segno per un niente alle spalle della punta a far pensare che il suo margine di crescita possa essere enorme. Non dimentichiamoci, tra l'altro, che praticamente non si è mai fermato e che viene da un campionato in cui il ritmo è molto meno intenso. 

Ultimi due appunti. Il primo: entro la fine di febbraio Gattuso ritroverà Biglia e Caldara. Difficile che tornino titolari, ma entreranno nelle rotazioni e in questa fase della stagione è molto importante che il tecnico abbia a disposizione più scelte possibili. Il secondo: a Roma, con la Roma che meritava certamente il pareggio, hanno avuto un peso importante gli errori di Maresca (rigore non dato a Suso e rosso evitato a Pellegrini, ndr). Non è tanto il caso in sè a essere un problema, quando questa tendenza difficile da capire della società Milan di accettare tutto quello che accade senza mai dire una parola. A volte, senza dover per forza essere aggressivi, si potrebbe far notare che qualche conto non torna. Perché altrimenti il rischio, alla lunga, è che a non tornare possa essere un conto chiamato Champions.

• Donnarumma ha subito 4 gol con gli ultimi 41 tiri nello specchio ricevuti da inizio dicembre ad oggi.

• Piatek è il giocatore che ha segnato più volte il primo gol del match in questa Serie A (8).

• Piatek ha segnato 3 gol con i suoi primi 3 tiri nello specchio con la maglia del Milan in tutte le competizioni.

• Tra i 4 giocatori dei top-5 campionati europei che hanno segnato almeno 22 gol in questa stagione in tutte le competizioni, Piatek è quello che ha giocato meno partite (24).

• Krzysztof Piatek ha segnato in tutte le sue presenze allo stadio Olimpico di Roma (3 gol dei suoi 7 in trasferta sono arrivati qui)

Leggi Anche

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 commenti