Chi al posto di Gattuso? Leonardo riprende quota

Ringhio si può salvare contro la Spal, ma...

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Gattuso deve riattivare il Milan in una notte o sarà addio. Sabato sera serviranno i tre punti contro la Spal, ma potrebbero anche non bastare a fronte di una prestazione sofferta. La dirigenza rossonera, infatti, vuole capire se il tecnico può ancora incidere sulla squadra, scuoterla, rianimarla. Dopo la defenestrazione dall'Europa il Milan non può fallire altri due obiettivi, vale a dire gli ottavi di finale di Coppa Italia (il 12 gennaio c'è Sampdoria-Milan) e la Supercoppa italiana a Jeddah in Arabia Saudita quattro giorni dopo contro la Juventus.

Se contro i ferraresi verrà confermato il trend flop delle ultime 4 uscite in campionato (3 punti, zero gol all'attivo) con un ulteriore allontanamento dal quarto posto che già ora è scivolato a -3, l'esonero di Gattuso sarà inevitabile. Già ma chi al suo posto?
Wenger è una pista affascinate e complicatissima nell'immediato. Guidolin che Scaroni conosce bene (ai tempi del Vicenza, 20 anni fa) si sarebbe offerto, ma non allena dal 2016. Nessuna conferma sui rumors attorno all'ex Monaco Jardim sotto contratto con i monegaschi fino al 2022 e Paulo Sousa mai sondato.
Se la situazione dovesse precipitare Donadoni spera in una chiamata. Donadoni però fino a giugno è sotto contratto col Bologna e difficilmente la piazza rossoblu lo rivorrà se Pippo Inzaghi dovesse perdere a Napoli sabato. De Biasi è pronto a subentrargli durante la sosta. A quel punto Donadoni potrebbe liberarsi dal vincolo col Bologna, ma il Milan in questo momento non ha fretta: non vuole avere a libro paga un altro allenatore perché arrivare a un top manager come Conte resta l'obiettivo del club.

Ecco perché l'opzione Leonardo prende quota e non può essere trascurata, il brasiliano ha scelto la carriera dirigenziale ma se la proprietà gli chiedesse di tornare ancora in panchina potrebbe accettare: attenzione perché con Leonardo sul campo, Maldini potrebbe concentrare su di sé il ruolo di direttore sportivo e direttore tecnico sempre di concerto col brasiliano per quanto riguarda il mercato. Una soluzione interna allo studio che eviterebbe l'ingaggio di un nuovo allenatore.

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