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Marketing e sport: addio "bandiere" restano le squadre

E' uscita la versione aggiornata di “Il marketing e la comunicazione nello sport” di Enrico Flavio Giangreco

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Marketing e sport: addio "bandiere" restano le squadre - foto 1
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La nuova edizione aggiornata del libro “Il marketing e la comunicazione nello sport” firmato da Enrico Flavio Giangreco (edizioni Franco Angeli) evidenzia come la sostenibilità delle società sportive sia la premessa per la sopravvivenza e lo sviluppo dello sport attuale. Strategie di marketing, sviluppo tecnologico, strutture di proprietà, come dimostrano le statistiche elencate dall’autore, sono alcuni degli elementi indispensabili per lo sport di oggi.

Sostenibilità è la parola magica, usata sempre più spesso anche dalla UEFA per cercare “salvare” il calcio e non solo. Esiste un numero magico per le società sportive: il sessanta. I costi (salari, stipendi) rispetto ai ricavi non possono superare il 60%.  In Italia la situazione è ad alto rischio visto che il livello medio dei costi supera il 70%.

Ma lo scenario nazionale è figlio di quello globale e anche da noi bisogna correggere al più presto il tiro. Così come sviluppare la dimensione dell’entertainment business.  Al di fuori del terreno di gioco e dell’evento campioni e team devono produrre spettacolo, notizie, gossip ecc.  Si tratta di un “prodotto” che deve essere necessariamente canalizzato in modo organico e sensato per produrre fatturato.

Significativo l’esempio di Aurelio de Laurentis, Presidente del Napoli campione d’Italia. Forte della sua provenienza cinematografica ha introdotto per primo nel calcio nostrano la gestione a livello societario dei diritti di immagine dei propri calciatori. Il suo esempio si sta diffondendo rapidamente ovunque sul modello americano anzi hollywoodiano.

Alla conclusione del libro il lettore comprende come lo sport in versione romantica non possa più esistere. Sostituito definitivamente dall’era dello sport come entertainment business. Piaccia o meno. Emblematico l’esempio del pallone dove non esisteranno più giocatori simbolo. Le cosiddette “bandiere” sono al tramonto, se non già tramontate, ma sopravviveranno sempre (marketing permettendo) i colori delle squadre. Ai tifosi dovrà bastare.

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