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Le Sdottorate: i record della Juve e l'insopportabile Bonucci

Verdetti, numeri e curiosità della settima giornata di Serie A

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© Getty Images

Non capita spesso che le tre tradizionali grandi del nostro calcio cadano tutte nello stesso giorno. All’ora di pranzo l’Inter, all’ora della merenda la Juventus e all’ora di cena il Milan. E pure in classifica delle tre “strisciate” non si trova traccia, almeno sul podio. Che vede sul gradino più alto appaiati Napoli e Atalanta a quota 17 e appena un punto sotto (a 16) la sempre più sorprendente Udinese.

Tre cadute diverse nei modi e nei contenuti. A livello di gioco si salva solo il Milan, battuto dal Napoli ma dopo una gara comunque di personalità. Preoccupano i ko di Inter e Juve e tremano le panchine di Inzaghi e Allegri. Forse ancora in pista per… mancanza di valide alternative.

La Juventus di oggi aiuta… a fare la storia. Se la Salernitana non aveva mai segnato in casa della Signora prima del 2-2 di due domeniche fa, il Monza non aveva mai vinto una partita in Serie A prima dell’1-0 di ieri pomeriggio. Una Juve male in arnese, con pochi punti (10 sui 21 disponibili) e poche idee di gioco. E un Allegri sempre più, giustamente, in discussione. Magari più dal popolo bianconero che dalla società. Memore forse, la dirigenza, che sette anni fa la Juventus del secondo anno di Allegri era partita addirittura peggio: con 8 punti raccolti nelle prime 7 giornate riuscì poi comunque a conquistare lo scudetto con ben 9 lunghezze di vantaggio sul Napoli. Ricordiamo però che quella Juve in Champions aveva fatto bottino pieno nelle prime due partite vincendo 2-1 in casa del Manchester City e battendo 2-0 allo Stadium il Siviglia. Viceversa “questa” Juve - a proposito di “fare la storia” - in Europa è riuscita per la prima volta a perdere le prime due gare della fase a gironi. Mai successo in passato.

In casa della Signora la parola d’ordine è: parlare poco e lavorare tanto. Dopo la conferenza del sabato di Allegri, lo ha ribadito nel pre partita il direttore generale Maurizio Arrivabene e lo ha ripetuto nel post Marco Landucci, il vice di Allegri. Peccato che il messaggio non sia arrivato a Leonardo Bonucci, uno dei leader dello spogliatoio bianconero. Che continua a parlare tanto (a sproposito) e magari anche a giocare poco e male: imbarazzante e fastidioso il suo colloquio (meglio, le sue continue proteste) con il quarto uomo Luca Massimi subito dopo il cartellino rosso a Di Maria. Un’espulsione netta per tutti, meno che per il difensore azzurro. Uno che si prende spesso la licenza di parlare a muso duro con gli arbitri, in modo anche plateale, e che quasi sempre la passa liscia. Se a protestare in quella maniera, invece che l'insopportabile campione d’Europa Leonardo Bonucci, fosse stato un Andrea Carboni qualsiasi, di sicuro sarebbe scattato un bel cartellino giallo per proteste. Così va il mondo. Ma non è un bell’andare…

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