JUVENTUS

Max e quell'improvviso problema di abbondanza: cosa si fa quando torna Chiesa?

I bianconeri stanno volando grazie a un nuovo assetto che prevede Yildiz in appoggio a un Vlahovic che sembra rinato

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Ormai non si può nemmeno più parlare di corto muso. La Juventus vola e, oltre a riempire di gol le porte della Coppa Italia (dieci in due partite tra ottavi e quarti), ha piazzato un doppio 3-0 nelle ultime due di campionato, tra Sassuolo e Lecce. Che sia cambiato qualcosa non sono soltanto i numeri a dircelo ma anche l'osservazione diretta del modo di stare in campo dei bianconeri. Soprattutto in fase di costruzione, rifinitura e finalizzazione della manovra. 

La Juve 2.0 di Allegri (e del suo nuovo staff) sa fare tutto. Dal marchio di fabbrica della difesa posizionale, con un blocco basso che permette agli avversari solo il tiro da fuori, al ribaltamento improvviso legato agli strappi di alcuni giocatori, da una fase di impostazione che trasforma la difesa da tre a quattro, a una costruzione più ragionata con rotazioni e cambi di posizione. Chi ne ha tratto un grande vantaggio è Vlahovic, che si ritrova coinvolto nelle giocate, avendo più compagni intorno a sé con cui associarsi e ricevendo un numero maggiore di palloni. L'esempio della nuova versione bianconera è il secondo gol di Lecce con cinque giocatori in area avversaria, più tre fuori, nonostante la Juve fosse già in vantaggio. 

La nuova capolista con l'asterisco, insomma, sa interpretare vari spartiti e anche se non avrà mai lo spirito offensivo del City o del Real, sa sfruttare finalmente le potenzialità della rosa, in tutte le fasi di gioco. Non c'è dubbio che molto abbia contribuito al nuovo corso, specialmente nei momenti in cui si tratta di trovare la porta avversaria, l'utilizzo del giovane turco. Yildiz è il manifesto programmatico della seconda punta. Sa svariare ma, soprattutto, sa associarsi con il compagno d'attacco cercando l'uno-due o il pallone in profondità. Farne a meno, ora, diventa complicato e, visto che è difficile pensare che Allegri possa passare a un sistema che preveda tre attaccanti o che possa spostare Chiesa a tutta fascia in un 3-5-2, rimane la domanda: cosa si fa quando il numero 7 torna a disposizione? Certo, meglio avere più soluzioni anche a partita in corso, ma è complicato pensare a un giocatore della Nazionale che parta dalla panchina.

Chiesa è stato trasformato, in stagione, in seconda punta e non si può negare che finora abbia fatto bene. La libertà di spostarsi a seconda delle esigenze e del suo istinto sulla fascia sinistra, permette alla Juve di utilizzare, in quella zona, interscambi anche più sofisticati di quelli dall'altra parte (che prevedono la rotazione tra Cambiaso e McKennie). Sul settore mancino, quando c'è il numero 7, si può assistere a combinazioni tra Kostic, Chiesa e Vlahovic che viene incontro, il tutto accompagnato dall'inserimento centrale o esterno di Rabiot. Sulla trequarti, però, la presenza di Yildiz permette di essere più incisivi in zona di rifinitura e finalizzazione. Allegri, insomma, dovrà fare delle attente valutazioni per non rovinare un giocattolo che, al momento, sembra funzionare alla perfezione. Ma siamo pronti a scommettere che almeno trequarti degli allenatori vorrebbe avere i suoi problemi...

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