Juventus, casting in attacco per il post Higuain: i pro e i contro di Milik e Icardi

Con il Pipita destinato a partire, si libera un posto per un grande bomber: il polacco del Napoli è in pole position

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Uno sport complesso e semplice allo stesso tempo, il calcio. Si può parlare di gioco, schemi e numeri, ma alla fine conta segnare un gol più dell'avversario. Grande squadra, dunque, fa rima con grande attacco: se si rompe qualcosa davanti, la riparazione deve essere immediata. Ne sa qualcosa la Juventus, messa alla prova dalla grana-Gonzalo Higuain: il Pipita è in Argentina e non vuole tornare a Torino. Due i sostituti più probabili: Arkadiusz Milik e Mauro Icardi. Higuain vuole restare in patria per motivi familiari, sanitari e di mercato. I bianconeri, infatti, si erano mossi alla ricerca di un bomber ben prima della pandemia del coronavirus. Anche quest'anno l'argentino ha avuto un rendimento sotto-media: otto gol in 34 partite. Normale che la società si guardi intorno, anche perché a dicembre Higuain compirà 33 anni e a giugno 2021 andrà in scadenza. Insomma, una cessione che va monetizzata al più presto per reinvestirla nell'acquisto di una grande punta. Il casting è aperto ma il campo sembra ormai ristretto a Milik e Icardi: entrambi hanno diversi pro e contro che Fabio Paratici in primis sta studiando e valutando.

CAPACITÀ REALIZZATIVA
Se gli attaccanti devono segnare, Icardi è il prototipo dei bomber: 155 gol in 283 presenze tra i professionisti, contando solo i club. Un rapporto di 0,55 reti a partita che va letto al rialzo, contando che l'argentino ha giocato in una Sampdoria poco competitiva e un'Inter che solo nel 2018 ha ritrovato la Champions League. La media di Milik, sempre contando i club, è di 0,42 reti a partita, frutto di 107 gol in 252 presenze. Se però si rapportano i gol al minutaggio, i dati (elaborati da Transfermarkt) sono molto simili: Milik una rete ogni 137', Icardi segna ogni 139', a riprova del fatto che il polacco sa sfruttare anche piccoli spezzoni per incidere.

RAPPORTO QUALITÀ-PREZZO
Questo è un punto decisivo per Milik. Il giocatore non è convinto della clausola rescissoria che il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis vorrebbe inserire nel nuovo contratto (100 milioni di euro) e a queste condizioni non vorrebbe rinnovare. Il Napoli non può permettersi di perdere a zero un patrimonio per cui nel 2016 ha speso 30 milioni: Milik è in scadenza nel 2021 e la situazione va risolta, anche con un orecchio più attento verso il mercato. E così la Juventus avrebbe più forza in una trattativa che si preannuncia comunque non facile, visto che De Laurentiis vorrebbe recuperare almeno l'investimento iniziale. Su Icardi, invece, un freno è legato all'ingaggio, nettamente più elevato rispetto a quello di Milik. Inoltre, la Juventus deve aspettare l'evoluzione della vicenda-riscatto: l'argentino verrà confermato dal Psg o, come sembra più probabile, tornerà a Milano? A seconda dello scenario, cambierebbero offerte ed eventuali contropartite tecniche.

CARATTERISTICHE TECNICHE
Icardi è un classico killer d'area. Soprattutto Luciano Spalletti ha provato a renderlo un attaccante più integrato nella manovra, con scarsi risultati. All'argentino piace avere uno spazio limitato d'azione ma se la palla cade nella sua zona difficilmente fallisce il bersaglio. Dotato di una ottima tecnica di base, l'ex interista è letale al tiro e nei movimenti in profondità ha pochi eguali al mondo, tanto che marcarlo è stato difficile anche per Chiellini e gli altri alfieri della difesa juventina: i bianconeri sono una delle sue prede preferite, con otto reti in 12 scontri. Ogni medaglia, però, ha un rovescio: se la squadra attorno a lui non gira, Icardi tende a scomparire dalla partita, proprio per la sua natura di animale da gol che presuppone rifornimenti costanti dai compagni. Problema che non si pone Milik, magari meno efficace sotto porta ma più bomber di manovra, che - a differenza dell'argentino - è dotato di un gran tiro dalla distanza, qualità che potrebbe servire nelle partite in cui il “Sarriball” stenta. Non è un caso che il mister toscano abbia creduto nel polacco come erede di Higuain nel 2016, quando il Pipita partì in direzione Torino.

INTEGRAZIONE NELLA SQUADRA
Questo punto è fortemente legato alla presenza di Cristiano Ronaldo, imprescindibile nello scacchiere di Sarri: serve un attaccante che possa conviverci. Il portoghese, si sa, è un nove atipico, a cui piace partire da lontano per non dare punti di riferimento alle difese. Non è un caso che in Spagna abbia dato il meglio con Benzema: il francese rimaneva un importante riferimento centrale ma non tappava gli spazi per gli inserimenti di CR7, che infatti a Madrid ha più gol che presenze (450 centri in 438 gare). Icardi, sotto questo punto di vista, è forse troppo legato all'area e rischierebbe di pestarsi i piedi con l'alieno di Funchal. Viceversa, un attaccante come Milik, che Sarri sa come usare, potrebbe essere più funzionale, proprio in virtù delle sue caratteristiche da attaccante di manovra.

CONOSCENZA DEL CAMPIONATO
Sotto questo punto di vista, Icardi si fa nettamente preferire, se non altro perché la Serie A è stato il suo pane dal 2013 al 2019, e solo i dissidi con l'Inter hanno allontanato l'ex capitano nerazzurro dall'Italia. Maurito in campionato ha realizzato 121 gol in 219 partite e ha conquistato per due volte la classifica cannonieri. Traguardi non ancora raggiunti da Milik, che nei quattro anni di Napoli non è andato oltre i 17 centri della stagione 2018-19, la prima di Carlo Ancelotti sulla panchina azzurra.

ESPERIENZA INTERNAZIONALE
I due sono quasi coetanei: Icardi ha 27 anni, Milik 26. Sono nel pieno della loro carriera e hanno già le spalle larghe in campo europeo. Il polacco ha giocato in Germania (Bayer Leverkusen) e Olanda (Ajax), l'argentino ha avuto modo di imparare il francese segnando per il Paris Saint-Germain. Milik, tra Champions ed Europa League, ha realizzato 16 reti in 40 partite: Icardi ha un gol in meno all'attivo, ma in sole 27 gare. Pesano i gironi di Champions League da protagonista con Inter e Psg, e se con i parigini è “facile” fare la voce grossa, con i nerazzurri l'argentino ha bucato le difese di Barcellona e Tottenham, semifinalista e finalista dell'edizione 2018-19.

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