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Juve, ti sei pentita? L'Allegri rossonero torna allo Stadium davanti in classifica...

Il tecnico livornese ha ridato normalità al Milan, proprio mentre i bianconeri si interrogano sulla direzione che sta prendendo Tudor

di Stefano Fiore
03 Ott 2025 - 09:33

Domenica sera lo Stadium riabbraccerà un vecchio compagno di mille battaglie, Massimiliano Allegri. Con tutto il rispetto per Adrien Rabiot, e pure Koni De Winter (che di fatto non ha mai giocato in prima squadra), il ritorno del tecnico livornese nello stadio che è stato suo per otto stagioni - con la pausa del 2019/20 e 2020/21 - e dove ha alzato ben 12 trofei, è sicuramente il più emozionante confrontando i tre ex, sponda rossonera visto che dall'altra parte c'è Locatelli (tre stagioni e 48 presenze al Milan), del big match della sesta giornata della Serie A 2025/26.

Un ritorno che arriva in un momento in cui Max festeggia il primato in classifica, in coabitazione col Napoli, e cinque vittorie di fila considerando anche la Coppa Italia. Un Milan solido, ritrovato, a tratti anche bello vedere e che, questo è il commento che va per la maggiore sentendo i tifosi rossoneri, ha ritrovato una sua normalità dopo l'annata confusionaria firmata Fonseca-Conceiçao e conclusa lontano dalle posizioni che portano la qualificazione europea.

Un momento in cui dall'altra parte della barricata Tudor sta avendo i suoi grattacapi a trovare l'equilibrio giusto per la Juve, che da un lato ha un problema attaccanti visto che David non ha ancora ingranato e Vlahovic si è spento dopo un inizio scintillanti e dall'altro prende troppi gol, pur sopperendo spesso alle mancanze delle punte (vedi la rovesciata di Gatti in Champions o la rete di Kelly contro l'Inter). È vero, alla fine tra le due squadre balla un solo punto, ma la condizione psico-fisica e tattica in queste ore racconta due realtà ben diverse.

E allora la domanda sorge spontanea: chissà se la società si è pentita per la separazione di maggio 2024? Anche perché quella era una Juve diversa, firmata Giuntoli, che voleva intraprendere un percorso che è stato successivamente smentito, se non in toto quasi interamente, scegliendo Tudor al posto di Thiago Motta, due concezioni di calcio diverso e un senso di juventinità diverso. La risposta, magari, la avremo dopo il triplice fischio finale...

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