LA DIATRIBA

San Siro verso la demolizione, gli ambientalisti milanesi presentano ricorso

L'associazione Gruppo Verde San Siro si oppone formalmente al parere della Sovrintendenza regionale

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L’associazione Gruppo Verde San Siro si oppone alla demolizione di San Siro, come prevista dai progetti di Inter e Milan per costruire il nuovo stadio, presenta ricorso contro un recente parere della Sovrintendenza che aveva dato il via libera ai due club, e si appella al Ministero per i Beni culturali perché salvi il “Giuseppe Meazza’’. Secondo gli ambientalisti, l'impianto rientra tra "le cose immobili e mobili che rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, dell’arte (...) e della cultura in genere, quali testimonianze dell’identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive e religiose".

Come riporta il Giorno, l'associazione ha scritto al ministro Dario Franceschini e ai suoi tecnici perché ribaltino il parere della Sovrintendenza lombarda dello scorso 13 maggio, secondo cui "il Meazza non presenta interesse culturale", perché le sue prime storiche tribune, "le persistenze dello stadio originario del 1925-26 e dell’ampliamento del 1937-39, risultano del tutto residuali rispetto ai successivi interventi di adeguamento e ampliamento", cioè il secondo anello (1953-55) e il terzo anello (1989-90). Una posizione rispedita al mittente dal Gruppo Verde San Siro, che contesta alla sovrintendente regionale Francesca Furst di essersi basata solo sugli articoli 10 comma 1 e 12 comma 1 del Codice dei Beni Culturali, articoli e commi che tutelano i manufatti architettonici con più di 70 anni di vita e di non aver invece preso in considerazione il sopracitato articolo 10 comma 3 punto D.

"Lo sport è cultura e siamo convinti che questa sia anche l’opinione della sovrintendenza ai Beni Culturali della città metropolitana di Milano" fanno sapere dal comitato, dopo che la sovrintendente milanese Antonella Ranaldi, lo scorso 4 ottobre, ha spiegato come "l’opzione proposta della demolizione, non sia da considerarsi l’unica possibile".

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