Il massiccio turnover contro il Verona ha funzionato e tutti i big hanno riposato in vista del Barcellona
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Dieci cambi rispetto al Barcellona pensando al... Barcellona. E l'intermezzo col Verona è filato via liscio, come si augurava Inzaghi. Liscio nel risultato ma anche, visto l'andazzo delle ultime settimane, liscio pure dal punto di vista "infermieristico". Insomma, sono arrivati i tre punti (che in campionato mancavano dal 12 aprile) e i muscoli di chi è sceso in campo hanno retto. Tutto bene, dunque.
Con alle spalle la prova del Montjuic e con il pensiero al ritorno di martedì, la prova con l'Hellas poteva diventare il classico trappolone, alla luce tanto più del successo del Napoli a Lecce arrivato poche ore prima. Ma l'Inter non abdica, il campionato è indirizzato ma non è chiuso.
Adesso, però, la testa è alla Champions. Molti di coloro che contro il Verona hanno fatto il proprio dovere partendo dal primo minuto (per non dire quasi tutti), si accomoderanno in panchina. Se non ancora dieci, almeno nove i cambi. Martedì rientrano i titolari, perché l'Inter ha sì una rosa ampia ma non ha certo due squadre equivalenti come qualcuno erroneamente (e malignamente) ha sostenuto. Acerbi, Mkhitaryan e Dimarco hanno giocato solo pochi minuti. Sommer, Bastoni, Barella, Dumfries, Thuram sono rimasti in panchina. Calhanoglu a bordo campo perché squalificato. Torneranno tutti, tutti per la partita più importante dell'anno.
Loro sono certi, restano due incognite. Una pesante: Pavard. Una pesantissima: Lautaro. Il francese è sostituibile, il capitano no. Oggi se ne saprà di più, per l'uno e per l'altro. Non molte le possibilità per entrambi, diciamo di più per l'ex Bayern. Ma il Toro farà di tutto per esserci: "Più no che sì, al momento" ha detto Farris (secondo di Inzaghi) nel post partita, ma la speranza c'è.
Sicuramente c'è la volontà di Lautaro. Con o senza di lui, s'è detto, cambia molto. Non sul piano tattico però: il 3-5-2 non si tocca, le due punte sono un marchio registrato. Con l'Hellas Arnautovic e Taremi si sono alternati, ha iniziato l'austriaco e ha finito l'iraniano. La staffetta può essere un'indicazione, in Europa in effetti Inzaghi ha sempre dato più spazio all'ex Porto. Ma che sia l'uno o l'altro a partire dall'inizio, certo è che dovranno dare qualcosa (molto) di più. Martedì, parafrasando il mago Herrera, chi non darà tutto non darà niente.