L'Inter non ha qualità? Spalletti va all'attacco ma l'affondo contro Suning fa male alla squadra

Le parole nel post Inter-Napoli sono inequivocabili: il tecnico nerazzurro sente di non avere un gruppo qualitativamente all'altezza della Champions

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"Cosa manca? La qualità. La qualità. La qualità". Lo ripete tre volte Luciano Spalletti davanti alle telecamere nell'immediato post partita di Inter-Napoli. Poi, in conferenza stampa, si ripete e risponde a Candreva che aveva definito le parole del mister un tentativo di "stimolare" il gruppo: "Antonio può dire quello che vuole - chiosa il tecnico - questo è il suo pensiero, il mio l'ho detto".

Insomma, se il messaggio, se la critica, se l'attacco, sono tutti per Suning, il colpo alla fine se lo prende però pubblicamente la squadra, paradossalmente proprio nella sera in cui ha saputo imbrigliare il Napoli con una prestazione di buona intensità. Un bel cazzotto, non c'è che dire, uno sberlone che fa male: perché sentirsi pubblicamente dire che non si ha qualità non può far bene e non può sicuramente motivare.

Certo, c'è da contestualizzare, analizzare e interpretare. Perché Spalletti non ha torto, in termini assoluti, e specie al cospetto del Napoli le sue parole assumono una chiara evidenza. Il tecnico manda un messaggio a Suning, al ds Ausilio, a tutti quelli che mettono l'Inter sullo stesso piano di chi lotta per lo scudetto e per la Champions: no, dice senza mezzi termini Luciano, non è così e bisogna dirlo chiaramente.

L'Inter fatica a palleggiare, sbaglia molti palloni in uscita, ha una manovra lenta e spesso prevedibile, stenta a segnare (Spalletti ne ha avute anche per Icardi) e in definitiva arriva al gol con grande, tropp difficoltà. Tradotto: per quest'anno avanti così, non si può fare altrimenti, ma non chiedetemi l'impossibile e soprattutto, se vogliamo continuare insieme, si deve cambiare registro.

Detto questo, qualche considerazione in merito ci sta, perché la stagione è ancora lunga: mettere pubblicamente in croce il gruppo per attaccare la società non è controproducente? Non rischia di provocare una frattura (o ampliarla ulteriormente se già non c'è) tra il tecnico e il gruppo? Di creare un insanabile malcontento? Di dare spazio a pericolosi alibi? Non sarebbe stato meglio tenere tutto all'interno dello spogliatoio? O per lo meno, e qui chiudiamo, non sarebbe stato più utile aggiungere all'analisi anche un doveroso e necessario mea culpa?

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