Prova di forza dei nerazzurri a Bruxelles: in 39 giorni la squadra ha cambiato passo e mentalità. E ora sotto con il Napoli
di Andrea GhislandiE sono sette. L'Inter continua a macinare una vittoria dopo l'altra e si lascia definitivamente alle spalle le ruggini della scorsa stagione che, da trionfale, si è trasformata in un incubo dopo la debacle di Monaco di Baviera e lo scudetto andato al Napoli. In 39 giorni, dalla sconfitta contro la Juve a Torino fino a Bruxelles, la cura Chivu comincia a dare i suoi frutti, la squadra ha ritrovato l’energia e lo spirito che servono per sprigionare l'enorme potenziale ma soprattutto ha perso quel narcisismo ed eccessiva sicurezza costati carissimo l'anno passato. Anche la fase difensiva, con l'inserimento di Akanji, funziona alla grande: nelle prime tre partite i nerazzurri avevano subito 6 gol, nelle ultime sette appena 2. Probabilmente non c'è modo migliore per arrivare al big match con il Napoli, reduce dai sei gol presi dal PSV.
Certo, calendario alla mano l'Inter ha solo fatto il suo dovere a vincere queste prime tre gare in Champions League, ma soprattutto in Europa le insidie sono dietro l'angolo e la buccia di banana si trova un po' ovunque, anche sui campi delle squadre meno blasonate. Il turnover funziona alla grande e Chivu, rispetto a Simone Inzaghi, ha un notevole vantaggio nel suo lavoro, ovvero avere quattro attaccanti intercambiabili e che si fanno sempre trovare pronti. Se prima scattava il panico generale quando uno tra Lautaro e Thuram doveva restare fuori, ora con Pio Esposito e Bonny si possono dormire sonni tranquilli. Il francese, dopo i gol con Cremonese e Roma, si è distinto come uomo assist, mentre l'azzurro ha confermato la crescita esponenziale degli ultimi tempi. Vero che si è mangiato un paio di gol (clamoroso il secondo), ma a soli 20 anni è diventato il più giovane italiano a segnare in Champions dopo Mario Balotelli. Senza contare il preziosissimo lavoro che fa per la squadra, cosa che lo rende davvero unico. Così dopo Serie A e Nazionale, Pio si è sbloccato anche in Europa e non ha nessuna intenzione di fermarsi qui.
Menzione particolare la merita Lautaro Martinez, decisivo non solo in attacco. Senza il suo provvidenziale salvataggio nei primi infernali minuti, forse staremmo a parlare di un altro match. Anche lui si è divorato un gol, ma poi ha segnato quello della tranquillità e si è procurato il rigore che ha chiuso i giochi. Con tre compagni così, Thuram può recuperare con calma. E finalmente anche i tifosi nerazzurri possono dormire tra due soffici guanciali.