CHAMPIONS LEAGUE

Inter, la "Luz" in fondo al tunnel: l'impresa del "centometrista" Inzaghi

Nerazzurri con un piede e mezzo in semifinale dopo il capolavoro di Lisbona. Il tecnico cerca conferme in campionato, ma...

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L'interometro è schizzato all'insù insieme al pollicione di mezza squadra. Barella: in crescita. Brozovic: in crescita. Bastoni: in crescita. Perfino Dumfries, reduce da un periodo che sarebbe più saggio dimenticare, in crescita. La Luz in fondo al tunnel ci ha restituito un'Inter splendida, splendente proprio nella notte più importante. Il che, più che una lista lunga di rivincite personali - da Inzaghi in giù - vale un biglietto quasi strappato per la semifinale di Champions con relativo derby italiano e vista ampia sulla finale di Istanbul. Vittoria strameritata a parte, la partita di Lisbona ha fornito risposte significative su gambe e testa di un gruppo fino a ieri da lettino di psicanalisi e oggi proiettato verso un futuro meraviglioso. Ha detto che i nerazzurri hanno una dimensione europea consolidata - perché eliminare Barcellona e Porto non era una banalità - e che il suo allenatore, ma non servivano conferme, è molto più adatto agli strappi che alle maratone.  

L'attitudine/abitudine di Simone Inzaghi a vincere quando non c'è altra possibilità è nota. Alla vigilia della gara contro il Benfica, visto il biglietto di presentazione di un pari e tre sconfitte nelle ultime quattro uscite, era meno prevedibile. E invece l'Inter ha tirato fuori una prestazione solida e autoritaria, perché in fondo ha costruito il proprio successo sulle qualità che erano e sono del Benfica: palleggio preciso, ricerca degli spazi, difesa attenta e capacità di riempire l'area avversaria. Il tutto agevolato da una linea a tre di difesa dai piedi educati e da un centrocampo di fioretto e di spada, un po' elegante e molto combattiva. 

In tutto questo pesa, moltissimo, la crescita di Barella, al da Luz davvero impressionante, ma è significativo anche il "ritorno al calcio" di Brozovic, tirato nuovamente a lucido dopo mesi da polvere sulle spalle. In fondo l'unica pecca è ancora la condizione degli attaccanti, con Lukaku e Correa, i subentranti, che hanno fatto meglio di Lautaro e Dzeko. Il Toro, in particolare, è sembrato fuori partita, appesantito, stanco. Se anche lui, come i compagni di cui sopra, ritroverà la condizione, Inzaghi potrebbe ritrovarsi con la rosa rimessa a lucido proprio in vista del lungo sprint finale. 

Nel frattempo i nerazzurri possono accomodarsi sul divano e guardarsi Milan-Napoli senza affanni. Se c'era un timore, anche diffuso, con un tabellone bello così, di non portare un'italiana in finale di Champions, ad allontanare ogni paura ci ha pensato l'Inter. Basterebbe questo per un grazie diffuso del calcio italiano ma mancano ancora 90 minuti almeno. Dopo, solo dopo, potremo davvero pensare a un derby d'Europa. 

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