VERSO INTER-CROTONE

Inter, Conte: "La ripartenza è sempre un'incognita"

Il tecnico nerazzurro alla vigilia del lunch match col Crotone: "Scudetto? All'Inter hai il dovere di crederci"

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Antonio Conte si prepara ad affrontare il Crotone con un obiettivo chiaro in testa: vincere, scavalcare momentaneamente il Milan in testa alla classifica e mettere pressione ai cugini rossoneri, impegnati nel tardo pomeriggio di domenica a Benevento. Il tecnico nerazzurro non ha grossi problemi di formazione e dovrebbe puntare sulla coppia Lautaro-Lukaku davanti, sostenuta dalla difesa titolare e dal centrocampo più collaudato, quello formato da Barella-Brozovic-Vidal con Hakimi e Young sugli esterni. "Sarà una partita impegnativa, ripartire dopo le feste è sempre un'incognita - ha detto in conferenza - Scudetto? Abbiamo il dovere di crederci e di lottare fino alla fine per raggiungere il massimo. Quando alleni l'Inter è così".

LA CONFERENZA DI CONTE

Sulla sfida al Crotone

"Sarà una partita impegnativa, come tutte nel nostro campionato. Affrontiamo una squadra galvanizzata dall'aver chiuso con una bella vittoria, bisognerà fare molta attenzione. Ripartire dopo le feste è sempre un'incognita, ma dobbiamo continuare nella nostra serie positiva".

Sulle aspettative per il prosieguo della stagione

"Dobbiamo confermarci tra le squadre che provano a vincere. Continuare a essere credibili e rimanere in quel gruppetto".

Sugli obiettivi futuri e i confronti con la società

"Abbiamo il dovere di crederci e di lottare fino alla fine per raggiungere il massimo traguardo possibile. Quando alleni l'Inter è così. Gli incontri con la società devono rimanere privati".

Sul vantaggio in classifica nei confronti della Juve

"Quello che è emerso in maniera tangibile è che questo è un campionato estremamente equilibrato, molto più dei precedenti. Bisogna sudarsi ogni partita, ogni vittoria. Alla fine emergeranno i valori del lavoro e dell'organizzazione, tutte quelle cose che possono portare a primeggiare e a vincere".

Sull'addio di Nainggolan

"È inutile tornare su argomenti passati e su giocatori che non fanno più parte della squadra. Gli auguro il meglio per la seconda metà della stagione e lo abbraccio con affetto".

Sull'evoluzione della squadra e del gioco

"Dopo un anno e mezzo di lavoro possiamo permetterci delle varianti, anche a partita in corso. Ad esempio Sanchez dietro le due punte è una soluzione che abbiamo usato in alcuni frangenti. L'importante è che i concetti base non subiscano variazioni. A volte serve sparigliare le carte e improvvisare, ma quello che abbiamo fatto fin qui lo abbiamo fatto per la cultura calcistica che è stata imposta fin qui".

Sulla mentalità vincente, come ai tempi di Trapattoni

"Per me è stato non solo un allenatore, ma quasi un secondo padre. Ha fatto delle cose importanti nella storia di questo club e non oso paragonarmi a lui, un'icona del calcio. Però spero di fare qualcosa di importante, come ha fatto lui".

Su Vidal e la sua posizione in campo

"A Verona ha giocato nella sua solita posizione quando è entrato, però in fase di non possesso abbiamo dovuto alzarlo un po' per contrastare i loro trequartisti. Però la sua posizione è quella di interno di centrocampo".

Sugli step ulteriori richiesti ai giocatori

"Io sono uno che chiede sempre tanto, perché credo che finché non si smette di giocare ci sia sempre margine di miglioramento. Dal punto di vista della mentalità e della gestione delle situazioni dentro e fuori dal campo soprattutto. Bisogna sempre guardare l'eccellenza. Per fare cose straordinarie bisogna essere delle persone straordinarie".

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