L'ANALISI

Inter, difesa e attacco piangono. E suona l'allarme Handanovic

La squadra di Conte, solo 3 vittorie stagionali, non capitalizza a dovere e continua a prendere gol: anche il portiere sotto accusa

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Tre vittorie, cinque pareggi e due sconfitte: dopo l'1-1 di Bergamo, il piatto dell'Inter di questo inizio stagione continua a piangere. Il vero guaio è che i vecchi vizi, incapacità di concretizzare a dovere le palle gol, porta inviolata solamente due volte e pochi varianti tattiche, ai quali Conte non è ancora riuscito a porre rimedio, si sommano a nuove problematiche, tra le quali spicca il rendimento di Samir Handanovic.

Anche ieri si è avuta la sensazione di una squadra che ha giocato ad armi pari contro un avversario temibile, per quanto non nel suo miglior momento di forma, è passata in vantaggio, ha tenuto il controllo della situazione ma poi è incappata in due difficoltà a cui non è riuscita a rimediare: prima il mancato 2-0 di Vidal (arrivato poco lucido davanti a Sportiello anche per via della posizione "difensiva" che lo costringe a macinare chilometri su chilometri) e poi i cambi di Gasperini. L'Inter aveva perso le misure e iniziato a soffrire il passaggio dell'Atalanta al 4-3-3 e la velocità di Lammers-Muriel già qualche minuto prima della rete di Miranchuk: l'ingresso di D'Ambrosio, Gagliardini e Lukaku non ha cambiato l'impianto tattico di Conte né avuto effetto sulle contromosse di Gasp.

La maledizione del periodo storto, poi, porta i tifosi a provare quella brutta sensazione di "ogni tiro subito è un gol". E in effetti sui social da qualche tempo è partito il processo ad Handanovic che se sul tiro di Miranchuk ha avuto la vita complicata dalla velocità di esecuzione del russo e dal tunnel involontario subito da Bastoni, non è neanche riuscito in un miracolo, come aveva abituato in tutti questi anni. Conte non si priverà mai del suo numero 1, anche perché è il capitano e riferimento nello spogliatoio, però è un punto sul quale Marotta e Ausilio devono riflettere in ottica calciomercato futuro.

Ma non sarebbe un vero processo, seppur si parli di calcio, senza una difesa. E allora è giusto riconoscere a Conte tutte le difficoltà del minutaggio ridotto di Lukaku, chiaramente fuori condizione (con l'aggravante del problemino di Lautaro prima del match e di un Sanchez al rientro), oltre alle complicazioni da Covid, che gli hanno prima tolto e poi ridato Gagliardini, non a caso partito in panchina. Tutti fattori sui quali il tecnico sembra non voler recriminare ma che vanno messi sulla bilancia. Ora la pausa per le nazionali: dopo, l'Inter dovrà per forza tornare a correre per sistemare la classifica in campionato e rilanciarsi in ottica girone di Champions League.

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