L'INTERVISTA

Roma-Siviglia, Totti: "Prima o poi ne perderanno una..."

L'ex capitano giallorosso nelle vesti del tifoso al sito della Uefa: "Non è un caso che ci siano così tanti romani a diventare importanti per la Roma"

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Dopo il trionfo in Conference League dello scorso anno, la Roma sogna un altro trofeo europeo domani nella finale di Europa League a Budapest contro il Siviglia e Francesco Totti, capitano di una vita che in giallorosso non ha mai vinto un titolo europeo, sarà in tribuna nelle vesti di tifoso speciale: "È una sensazione incredibile raggiungere due finali consecutive per la prima volta dopo tanti anni - ha detto l'ex numero 10 in un'intervista al sito della Uefa - Speriamo che le cose vadano per il verso giusto. Sarà una partita dura e combattuta, e tutto può succedere".

"Credo che il Siviglia abbia più esperienza in queste finali - ha continuato Totti - Se non sbaglio hanno giocato sei finali e le hanno vinte tutte. Quindi, prima o poi, con un po' di fortuna, ne perderanno una. E con Mourinho in panchina abbiamo questa fantastica opportunità, è un allenatore che ha tantissima esperienza in questo tipo di partite e quindi affronterà la sfida nel miglior modo possibile per vincere".  Vedi anche Roma, Mourinho verso il recupero di Dybala e Spinazzola per il Siviglia roma Roma, Mourinho verso il recupero di Dybala e Spinazzola per il Siviglia

Ancora parole al miele per il portoghese dunque, grande artefice della nuova mentalità europea: "Con un allenatore così, che ha una forte personalità come lui, tutto è più facile. Questi allenatori sono abituati a vincere, quindi possono trasmettere questa mentalità vincente alla squadra e penso che sia quello che sta facendo. Ci parlo abbastanza spesso. Ho giocato contro squadre allenate da lui, ma mi sarebbe piaciuto averlo come allenatore. Purtroppo ha avuto altre opportunità e ha scelto altri club".

Anche Totti ha avuto altre opportunità, ma ha scelto di restare a vita in giallorosso: "Giocare per un solo club per tutta la carriera può essere difficile oggi. Tuttavia, ognuno può fare ciò che vuole e ciò che ritiene più conveniente per sé. Per i tifosi, la Roma è tutto. Ti danno tanto amore e ti spingono tanto. C'è un rapporto stretto tra i tifosi e la squadra. È una cosa che si impara e si porta con sé quando si entra a far parte di questo club. L'unica cosa che non sono mai riuscito a vincere con la Roma è stato un trofeo europeo. All'epoca c'erano squadre più forti e più attrezzate e per noi era difficile restare al loro livello. Detto questo, sono comunque felice della mia carriera e di quello che ho fatto. Ma soprattutto tutto quello che ho fatto, l'ho fatto con la squadra di cui sono sempre stato innamorato e che amo ancora oggi. Questa è la mia vittoria più grande".

A prendere in un certo senso l'eredità capitolina dell'ex numero 10 dopo De Rossi e Pellegrini è arrivata l'ultima scoperta di Mourinho, Edoardo Bove: "È un ragazzo fantastico con una famiglia che lo supporta molto. È duttile e sa adattarsi in campo. Cerca di fare il meglio per la squadra e sa come comportarsi. Sta dimostrando le sue capacità e la squadra ha bisogno di lui. L'allenatore l'ha capito e lo ha scelto per giocare nelle partite più difficili. Ha segnato contro il Leverkusen in semifinale regalando la qualificazione in finale alla Roma". 

"Io, De Rossi e Pellegrini dalle giovanili della Roma sino a diventarne capitani? È ciò che ci differenzia dalle altre squadre. Ogni dieci o vent'anni un giocatore nato a Roma diventa capitano del club. Questo è un fatto importante, anche per i tifosi. Loro danno molta importanza al fatto che qualcuno di Roma guidi la squadra anche in Europa".

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