Nei parigini Doué, Dembelè e Kvara imprendibili, ma il vero fenomeno è Luis Enrique
di Enzo PalladiniInter in finale di Champions © Getty Images
INTER
Sommer 5 - Tocca una valanga di palloni, ma solo perché i suoi compagni di reparto non riescono mai a uscire dalla pressione e vanno a cercarlo con una frequenza impressionante.
Pavard 5 - Anche se l'analisi delle azioni non evidenziano suoi errori evidenti, le azioni dei gol si sviluppano soprattutto dalla sua parte. Non che tutte le colpe siano sue, ma non basta esultare dopo una chiusura per prendere una sufficienza. (Dal 9' st Bisseck sv. Dal 17' st Darmian 5 - Il suo ingresso non può cambiare molto).
Acerbi 5,5 - Il gladiatore per eccellenza stavolta non ha un totem su cui abbarbicarsi. Gli attaccanti del Psg gli passano intorno, gli confondono le idee, lo portano fuori zona.
Bastoni 5,5 - Uno degli ultimi ad arrendersi, con qualche uscita dalla sua zona difensiva, con qualche strappo verso la parte avversa. Troppo poco per dare una svolta.
Dumfries 5 - Dovrebbe essere l'arma in più, visto che dalla sua parte ci sono gli spazi più interessanti da sfruttare. Invece a volte lo servono male e a volte sbaglia lui il tempo dell'inserimento.
Barella 5 - Se bastassero la corsa e la voglia per raggiungere dei risultati, sarebbe il grande giocatore che può ancora diventare. Forse questa è una partita che sente troppo e finisce per scappargli di mano.
Calhanoglu 4,5 - Ha lasciato a casa la sua riconosciuta leadership mandando in campo una copia sbiadita di sé stesso, limitandosi a qualche calcio piazzato, nemmeno con la solita efficacia. Corre più di tutti, ma spesso a vuoto. (Dal 25' st Asllani 5 - Entra a freddo e partecipa alla disfatta).
Mkhitaryan 5 - La sua sapienza calcistica non basta se intorno non c'è il supporto di una squadra che si muove in armonia. Aggiungendo che intorno a lui sgambettano dei folletti che partono a cento all'ora (Dal 17' st Carlos Augusto 5 - Travolto come tutti gli altri dal dramma della serata).
Dimarco 4,5 - Conferma il trend di una seconda parte di stagione vissuta in grande sofferenza, tra infortuni e stanchezza. Soffre molto la presenza dalla sua parte di clienti pericolosi come Hakimi e Douè, che rincorre con poco successo. (Dal 9' st Zalewski 5 - Entra per dare un po' di vivacità, va subito al tiro ma si fa subito ammonire. Uno dei tanti segnali negativi).
Thuram 5,5- Per una buona parte della stagione, dare la palla a lui significava creare un'opportunità per andare al tiro. Stavolta tutto lo sforzo del francese porta a qualche istante di respiro alla sua difesa, che è già un piccolo risultato.
Lautaro Martinez 5 - Rosicchia millimetro per millimetro un pochino di spazio per provare a cambiare il destino della serata, ma trova sempre qualcuno a chiudergli il millimetro successivo, trasformando la sua serata in un incubo.
Allenatore Simone Inzaghi 4 - Ha completato il disastro perdendo anche il quarto trofeo stagionale. Era difficile tenere testa a un Psg così forte, ma la resa incondizionata dopo un così breve spicchio di partita risente anche di qualche sua responsabilità.
PARIS SAINT-GERMAIN
Donnarumma 6,5 - Eroe nei precedenti turni di Champions, non si aspettava certo di trascorrere una serata così tranquilla proprio nel momento più importante.
Hakimi 7,5 - È ancora il giocatore di categoria superiore che si è visto in Italia, forse anche migliorato nella fase difensiva. Corona il grande inizio della sua squadra segnando di piatto e con un inserimento perfetto il gol che sblocca il risultato.
Marquinhos 7 - Il tempo non passa invano: era già molto bravo quando era ragazzino, adesso con l'esperienza è ancora più bravo, non sbilancia mai una linea difensiva che dirige da vero maestro. Il degnissimo capitano di una grande squadra.
Pacho 7 - Non è un inno all'eleganza stilistica, ma è il braccio armato di una coppia centrale che ha in Marquinhos la mente pensante. I duelli fisici sono il suo pane.
Nuno Mendes 7 - Tiene una posizione più prudente rispetto al suo omologo di destra, Hakimi, accorgimento che conferisce grande equilibrio alla fase difensiva della sua squadra. Preziosissimo. (Dal 33' st L. Hernandez sv)
Joao Neves 7,5 - Anche quando non lo si vede, lui c'è. Gira intorno a Vitinha, ne diventa il complemento perfetto per ogni tipo di soluzione, cambia continuamente di posizione togliendo i riferimenti agli avversari (Dal 38' st Mayulu 7 - Entra e segna subito).
Vitinha 7,5 - Dare il pallone a lui è come metterlo in banca. Anche se gli arriva male, viene riciclato e trasformato in qualcosa di prezioso. Si trova da tutte le parti, arriva da tutte le parti, sempre con le idee chiare su quello che deve fare.
Fabian Ruiz 7 - Mezzala con licenza di fare il trequartista e di andare a procurare danni alla squadra avversaria, uno dei tanti giocatori che hanno beneficiato della presenza in panchina di Luis Enrique. (Dal 38' st Zaire-Emery sv).
Doué 8,5 - Non ha la presenza scenica straripante di Yamal, ma la sua gioventù fa rima con un'intelligenza tattica che lo rende utilissimo per la squadra e molto difficile da arginare. Il suo blitz porta il gol del 2-0 che distrugge l'autostima dell'Inter. Da lì in poi si diverte a mostrare magie e va a segnare il gol del 3-0 (Dal 21' st Barcola 6,5 - Ha il tempo di divertirsi un po' anche lui).
Dembélé 7,5 - Il suo modo di giocare è un'anarchia organizzata. Va un po' dove vuole, va dove può portare un pericolo alla squadra avversaria, perché sa che i suoi compagni si comporteranno di conseguenza.
Kvaratskhelia 7 - Lo cercano molto meno rispetto a quando cerchino Dpuè e Dembelè, ma quando ne ha l'occasione si mette a fare da solo e si diverte a sgattaiolare tra le maglie di una difesa che fa fatica a prendere le misure di tutti. Alla fine va anxche lui a prendersi la gloria con il gol del 4-0. (Dal 38' st Gonçalo Ramos sv).
Allenatore Luis Enrique 9 - L'uomo delle finali non si smentisce mai. Sono partite che prepara in maniera perfetta, nei minimi particolari. Ha il grande merito di avere trasformato un insieme di solisti perdenti in una squadra compatta, giovane e perfettamente sincronizzata.