Klopp, un'altra pagina di storia per entrare nella leggenda

L'impresa di Anfield ha esaltato anche Mourinho: "Tutto merito di Jurgen"

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Re senza corona. Almeno in Europa. Ma Jurgen Klopp potrebbe a breve riempire anche questa casella. L'impresa del suo Liverpool contro il Barcellona è già passata alla storia e adesso manca l'ultimo tassello per passare da perdente di successo a mago del calcio mondiale. Già, perché finora al 51enne tedesco era ed è sempre stato rimproverato il fatto che le sue squadre giochino sì bene, diano sì spettacolo, ma alla fine non raccolgano frutti. Due finali di Champions League perse sulla panchina del Borussia Dortmund nel 2013 e del Liverpool nel 2018 più una di Europa League, sempre con i Reds, ma nel 2016. Insomma, non si può dire che non ci sia andato vicino, ma, si sa, i successi, sopratuttto nello sport, sono quelli che fanno la differenza. Ma adesso è forse arrivato il momento per Klopp di entrare nel club dei vincenti.

Dove troverebbe quello José Mourinho che finora lo aveva sempre stuzzicato e che, invece, dopo il trionfo di Anfield si è tolto il cappello. "Questa rimonta ha un nome: Jurgen. Non c'entra la tattica, non c'entra la filosofia. C'entra il cuore, l'anima, la fantastica empatia che ha creato nel suo gruppo di giocatori. Il Liverpool rischiava di concludere una fantastica stagione senza niente da festeggiare e ora è a un passo dal trionfo europeo. Jurgen se lo merita. Perché il Liverpool è il riflesso della sua personalità, non molla mai, ha uno spirito battagliero, ogni giocatore dà tutto. E lui non piange perché perde un giocatore o perché gioca 50 o 60 partite a stagione. Altri allenatori in altri campionati piangono, dicendo che i loro giocatori giocano troppe partite mentre in realtà ne giocano 30 o 35... Oggi il merito va alla mentalità di Jurgen", le parole del portoghese nel suo commento televisivo dopo la semifinale di ritorno. In attesa di Madrid.

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