Il trionfo di Dortmund e i meriti dell'allenatore bianconero
Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Il Cesare in questione è Massimiliano Allegri che, con il trionfo di Dortmund, ha vinto in campo e fuori. Il perfetto 3-0 al Westfalenstadion (ora Signal Iduna Park) è il coronamento del grande lavoro svolto dal tecnico in otto mesi sulla panchina della Juventus, dove c'era da raccogliere la pesante eredità di Antonio Conte. Arrivato tra lo scetticismo generale, il tecnico livornese si è mosso in punta di piedi plasmando la sua squadra a immagine e somiglianza. Applausi anche alla società che lo ha sempre sostenuto.
Dal 3-5-2 di "era Contiana" al 4-3-1-2 suo marchio di fabbrica. Un percorso lento, senza grandi stravolgimenti, ma vincente. Allegri, ieri e non solo, ha dimostrato di essere un grande allenatore quando, con l'infortunio di Pogba, ha fatto un passo indietro tornando al 3-5-2. Ha fatto di necessità virtù e ne è uscita una vera e propria lezione a Klopp. Una grande mossa per dare sicurezza alla squadra e accedere al G8 dell'Europa che conta. Ora tutti sul suo carro, giustamente, con un sogno chiamato Champions League. Venerdì la Juve conoscerà l'avversaria dei quarti di finale e, in caso di sorteggio con una big, sarà chiamata alla prova del nove.
Al momento di nove c'è Morata che sta crescendo partita dopo partita. Altro merito di Allegri che lo ha gestito ottimamente. Gli infortuni che lo hanno accolto a Vinovo sono alle spalle e l'ex Real Madrid è l'arma in più di questa Juventus. Quella che Conte non aveva la scorsa stagione. Tecnico, potente e fisicamente al top, Alvaro si è preso il posto da titolare migliorando l'intesa con Tevez. Anche l'Apache ha fatto un piccolo salto di qualità diventando sempre più leader della squadra. Ora i gol decisivi arrivano dai suoi piedi e non dai centrocampisti. L'anno scorso non segnava in Europa e ora sono già 6 i centri in Champions. Come ha detto Sacchi nel post partita, in onda su Canale 5, un "campione senza controindicazioni" bravo a essere utile pure in fase difensiva.