CHAMPIONS LEAGUE

Juve, Bonucci: "Favoriti, ma occhio a Garcia: importante segnare a Lione"

Il difensore bianconero a L'Equipe: "La concorrenza di Inter e Lazio è un bene"

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Il cammino europeo riprende domani. Finalmente. E' impaziente Leonardo Bonucci, e come lui tutti i tifosi della Juve. Da Lione parte la rincorsa verso la finale, verso l'agognata Champions: di mezzo una squadra da decifrare, allenata però da un tecnico come Garcia che ben conosce i bianconeri e la loro mentalità. Aspetto che Bonucci giustamente sottolinea ed evidenzia, conscio del fatto che la partire favoriti non significa certo avere già in tasca la qualificazione: "Non lo nego – ha infatti raccontato il difensore juventino a L'Equipe – siamo favoriti, ma questo non ti fa vincere le partite. Servirà essere lucidi".  E visto che si gioca la prima fuori casa servirà andare in gol: "Sarebbe bene segnare per essere in posizione favorevole al ritorno. Ma hanno uno stadio con un gran tifo, giocatori giovani che avranno voglia di mettersi in mostra contro la Juve. E poi hanno anche un allenatore (Garcia appunto, ndr) che ha lavorato in Italia e sa come si preparano queste partite. I match di Champions sono particolari, la qualità delle squadre conta fino a un certo punto. È questione di mentalità, della musichetta che ti galvanizza. E in Francia ci sono spesso giocatori meno noti e quando li affronti capisci che sono forti. Quindi servirà fare attenzione".

A differenza degli ultimi anni, la Juve arriva ora a questa seconda fase di Champions con un fronte interno più "complicato": ma la concorrenza in campionato di Lazio e Inter può essere un fattore positivo, stimolante. Un aspetto da sfruttare anziché temere, insomma: "La concorrenza di Lazio e Inter è un vantaggio, perché ci obbligano a non mollare mai. Poi comunque in Champions servono due cose: arrivare alle partite di marzo nelle migliori condizioni e un po' di fortuna".

Analisi in cui trovano poi spazio anche due considerazioni relative a Sarri e Ronaldo: "Il mister mi ha sorpreso per l'intelligenza umana e calcistica. Quando parli con lui capisci perché è arrivato alla Juventus dopo aver fatto un lungo percorso. È uno che sa migliorare le sue squadre. Da noi il contesto è diverso, la pressione anche, ma si è rimesso in discussione e noi abbiamo accettato un altro modo di vedere il calcio. Il nostro gioco è cambiato molto. Per esempio in difesa giochiamo ormai solo a zona. Ma ci adattiamo. Non è facile, ma le cose difficili non mi hanno mai fatto paura". Mentre su CR7 il concetto è pressochè sempre il medesimo: "Un giocatore straordinario per tecnica e costanza. Una macchina da guerra. Da quando è a Torino, credo che tutti, osservandolo ogni giorno in allenamento, gli abbiamo preso qualcosa, per migliorarci".

Resta il fatto che per la Juve andare avanti in Champions è un imperativo categorico. Sfruttando anche le esperienze negative degli scorsi anni: "Le finali perse? Provo rammarico per quella persa contro il Barcellona perché pensavamo di averla vinta dopo il pari di Morata e invece Messi ci ha punito. Contro il Real, l'errore è stato di pensare che non fossero più il Real, quando li abbiamo visti in difficoltà nel primo tempo, e invece quando hanno deciso di alzare il ritmo ci hanno messo loro nel dubbio". 

 

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