EROE NAZIONALE

Uruguay, Tabarez è l'uomo bicentenario: nessuno come lui

Il Maestro punta Qatar 2022 e mette nel mirino altri record

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Con quel secondo nome, Washington, non poteva che diventare un eroe nazionale il condottiero dell'Uruguay del futbol, ma più di qualsiasi altra cosa un esempio di dignità per il resto del mondo. Soprattutto dal 2016, da quando Oscar Wasghington Tabarez, Ct della Celeste, lotta e combatte con un avversario scomodo, una neuropatia cronica, la sindrome di Guillain Barré, che ne mina il sistema nervoso e ne limita la mobilità, ma che non ne fiacca fierezza e orgoglio. Con quella stampella fedele compagna di viaggio.

Oscar Tabarez 200 volte ct dell'Uruguay e nessuno come lui nel mondo. Pareggiando 1-1 con il Perù il Maestro è diventato bicentenario, staccando ancora di più altri ct mitici: Herberger 167 volte tra Germania e Germania Ovest, Olsen 160 con la Danimarca, Meisl 155 con l'Austria. 

Un traguardo incredibile se si pensa che da noi il commissario tecnico più fedele è stato Pozzo, 95 volte sulla panchina azzurra, seguito dal grande  Bearzot con 88. 
A 72 anni Tabarez, un passato anche nel nostro campionato a metà anni novanta nel Cagliari e poi senza troppa fortuna al Milan, guarda al futuro: il Mondiale del 2022 è il suo target, giusto per provare a raggiungere o superare il tedesco Schon, 25 partite dirette nella fase finale, e il brasiliano Parreira 24. Il Maestro è a quota 20. 

Un'avventura unica quella con l'Uruguay, tra l'aperitivo fra il 1988 e il 1990 e il piatto forte dal 2006 a oggi. Una coppa America 2011, il quarto posto al Mondiale in Sudafrica con 97 partite vinte per quasi 5000 giorni di regno. Dalle parti di Montevideo se dici Celeste pensi a Tabarez, il vero simbolo della garra Charrua, la personificazione di coraggio e tenacia.  

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