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Un anno fa la Champions del Liverpool: la folle stagione dei campioni d'Europa

Il primo giugno 2019 i Reds vincono la massima competizione continentale: da qui 365 giorni a ritmi incredibili, conditi da gioie, record ma anche grandi delusioni

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Con Jürgen Klopp allenatore, scordatevi di andare a velocità di crociera. Neanche quando arriva una Champions League. Il primo giugno 2019, esattamente un anno fa, il Liverpool si laurea per la sesta volta campione d'Europa battendo il Tottenham per 2-0. A 365 giorni di distanza, non si può certo dire che i Reds si siano accontentati o che abbiano la pancia piena. Salah e compagni, raggiunta la storia, hanno cercato la leggenda. Trovandola, ma pagandola a caro prezzo.

I ritmi del Liverpool per più di metà stagione 2019-20 sono fuori da questo mondo: considerando solo la Premier League, nelle prime 27 partite la banda di Klopp totalizza 26 vittorie e un pareggio, raggiungendo 422 giorni d'imbattibilità. Qualche delusione in più negli altri tornei nazionali (Community Shield persa ai rigori contro il Manchester City, Coppa di Lega a cui si rinuncia mandando in campo le riserve, visti gli impegni nel Mondiale per club) e un inciampo al San Paolo contro il Napoli nel girone di Champions League. Ma la squadra perfetta - in quasi due secoli di football - non l'hanno ancora inventata, per fortuna.

Inoltre, stando ai risultati, il Liverpool a fine febbraio è sul tetto del mondo (battuto ai supplementari il Flamengo grazie a un gol di Firmino) e, praticamente, campione d'Inghilterra, con un vantaggio siderale (attualmente di +25) nei confronti del Manchester City. Titoli che ad Anfield o non avevano mai vinto (come la Coppa del mondo per club) oppure si erano dimenticati di come fossero fatti: è dal 1990 che il Liverpool non conquista il campionato. Non fosse stato per lo stop dovuto alla pandemia, avrebbe vinto la sua 19esima Premier League a marzo. Con larghissimo anticipo, buffo paradosso per chi aspetta da 30 anni.

Fin qui, i risvolti positivi di una caccia alla leggenda che ha inserito il Liverpool in una bolla di invincibilità e reso i tre punti un'abitudine. Poi, in meno di un mese, arrivano quattro sconfitte in sei partite, e sono cazzotti che fanno malissimo. Il Chelsea, ad esempio, elimina Klopp dalla FA Cup con un netto 2-0 a Stamford Bridge. Colpa di madornali errori difensivi, improvvisamente diventati il tallone d'Achille dei Reds: dal 15 febbraio, subiscono 12 gol in sei partite, incredibile considerando che nelle precedenti dieci Alisson aveva dovuto raccogliere il pallone in fondo al sacco solo una volta. E con numeri del genere, in Champions non si va avanti. Al Wanda Metropolitano, nell'andata degli ottavi, l'Atletico Madrid ritrova se stesso e impone il “cholismo” ai campioni in carica, vincendo per 1-0 con difesa e contropiede. I Colchoneros, poi, il vero miracolo lo fanno nel ritorno: rimontano dal 2-0 e si prendono Anfield per 3-2 in una gara che francamente ha poche rivali a livello di emozioni nella storia recente. Sia in questa delusione che nell'eliminazione dalla FA Cup manca Alisson e gioca Adrian, in vena di regali sia ai Blues che ai rojiblancos. L'assenza del brasiliano è assolutamente decisiva e giustifica sia i 62,5 milioni di euro pagati alla Roma, sia la tendenza dei top club ad avere più di un portiere affidabile. E dire che ad Anfield avrebbero dovuto imparare la lezione di Karius. In estate si porrà forse rimedio a questa incompletezza di una rosa comunque cresciuta esponenzialmente con la gestione-Klopp. Ma prima c'è una bottiglia di champagne da stappare: aspetta da 30 anni, sarà buonissima.

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