La calciatrice della Guinea Equatoriale fu spogliata durante l'edizione 2008 della Coppa d'Africa femminile
E' tutto pronto per la 30.ma edizione della Coppa d'Africa, che scatterà sabato in Guinea Equatoriale. Un paese dove, nel 2008, la calciatrice Genoveva Anonma - durante l'edizione femminile del torneo - fu umiliata dalla Caf (la federazione africana) perché accusata da più parti di essere un uomo. "Mi è stato chiesto di togliermi i vestiti di fronte ai dirigenti", racconta in lacrime la giocatrice nel corso di un'intervista alla Bbc.
Genoveva Anonma, 25 anni, gioca in Germania ed è il capitano   della Guinea Equatoriale. Nel 2008 - nell'edizione organizzata   dal suo paese - trascinò la propria squadra alla conquista della   Coppa d'Africa, con tanto di gol decisivo nella finale contro il   Sudafrica e titolo di capocannoniere. Una soddisfazione immensa,   il massimo per un'atleta africana. Ma la gioia dura pochissimo,   perché da molte squadre avversarie viene accusata di essere un   uomo.
Così la Caf decide di farla spogliare per fugare ogni dubbio. "È   stato umiliante - racconta alla Bbc -, ma col tempo ho dovuto   superarlo". Come ha superato, allo stesso modo, un'infanzia   decisamente complicata: "A 5 anni non ero accettata perché   volevo giocare a calcio ed ero costretta a farlo con i maschi.   Mio padre viveva in un'altra città con un'altra donna e mia   madre non voleva che giocassi. Litigavamo spesso, finché un   giorno lei non mi ha cacciato". Poi però sono arrivate le prime   soddisfazioni fino alla chiamata dalla Germania, dove   attualmente gioca per il Turbine Potsdam. Altre accuse le   piovono addosso durante l'edizione del 2010, quando Nigeria,   Sudafrica e Ghana pongono nuovi interrogativi sul suo sesso.   "Che fossero maschi era evidente dal contatto fisico", sentenzia   la ghanese Amkomah. Invece "è solo invidia - replica Genoveva -.   Io sono una donna".