Copa America: il Giappone e i legni frenano l'Uruguay, è 2-2

Celeste costretta a recuperare due volte contro i nipponici guidati da Miyoshi (doppietta). Poi ci si mette anche la sfortuna

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Battuta d'arresto per l'Uruguay in Copa America. Dopo la squillante vittoria nell'esordio contro l'Ecuador, infatti, la Celeste viene costretta sul 2-2 dal Giappone. Anzi, deve anche recuperare due volte: Miyoshi porta in vantaggio i nipponici al 25' e al 59', dopo il rigore trasformato da Suarez al 33'. Il pareggio definitivo arriva con un'incornata di Gimenez al 66'. Uruguay anche sfortunato: Cavani e Suarez colpiscono un legno a testa.

Erano entrambe reduci da un 4-0 nella partita di esordio in Copa America, anche se per l'Uruguay era stato un trionfo contro l'Ecuador, mentre per il Giappone un tonfo contro il Cile. Anche per questo motivo era difficile attendersi una partita dal grande equilibrio e dalle mille emozioni in quel di Porto Alegre. E invece la Celeste è costretta al pareggio da un ottimo Giappone che si porta anche due volte in vantaggio e crea parecchi problemi agli uomini di Tabarez, ma alla fine è anche fortunato (Cavani e Suarez colpiscono un legno a testa). La partita inizia con i fuochi d'artificio: la prima occasione è per l'Uruguay, con Suarez che dopo appena due minuti tenta un pallonetto da lontanissimo mancando di poco il bersaglio. Il Giappone però non sta a guardare: Okazaki ci prova con un gran tiro ma sbaglia di poco la mira, poi non riesce a sfruttare una pericolosa ripartenza orchestrata da Abe. Sono proprio i nipponici a fare la partita nelle prime fasi dell'incontro, mentre la Celeste prova a rendersi pericolosa soprattutto in contropiede. E Suarez, al centro del suo attacco, è sempre una spina nel fianco degli asiatici. Al 21' il Giappone urla al gol quando Ueda manda di poco sul fondo su punizione di Nakajima, quindi al 25' passa: Shibasaki dalla sua area premia la corsa di Miyoshi, che sulla sinistra ha una prateria a sua disposizione, sul lancio lungo il numero 11 nipponico punta la porta, salta il milanista Laxalt e batte Muslera. Nell'occasione, tra l'altro, il laterale rossonero si stira e deve lasciare il campo. Subìto il gol, l'Uruguay si scuote e si getta in avanti. Il pareggio arriva quasi subito, su intervento del Var che punisce il contatto in area tra Ueda e Cavani con un calcio di rigore, che Suarez trasforma senza problemi al 33'. Passano appena tre minuti e lo stesso Cavani centra un clamoroso incrocio dei pali. E allora sì, l'Uruguay è tornato pienamente nella partita.

Ne esce però a inizio ripresa con la stessa velocità con cui era stato capace di riaggiustare le cose: basta un'iniziativa di Nakajima, che cade in area sul contatto con Gonzalez senza che l'arbitro conceda il rigore. Ma il Giappone capisce che può ancora far male agli avversari: solo un grande Godin toglie a Miyoshi la gioia della doppietta, Kawashima evita guai con una puntuale uscita su Cavani. Quindi, ancora una volta, segna il Giappone: Nakajima si propone sulla sinistra e premia la sovrapposizione di Sugioka, sul cross di quest'ultimo Muslera smanaccia malamente e ancora una volta il più lesto ad arrivare sul pallone è Miyoshi. Al 59' il Giappone si riporta in vantaggio. Anche questa volta però la reazione uruguagia è rabbiosa: Suarez ci prova da lontano e Kawashima gli dice di no, poi al 66' è di nuovo pareggio grazie a una specialità della Celeste come i colpi di testa. In questo caso però non è Godin a trovare la via del gol (ci aveva provato invano qualche secondo prima), ma Gimenez, puntualissimo a incornare sull'angolo battuto da Lodeiro. L'Uruguay potrebbe quindi anche vincerla, ma all'80' il bolide di Suarez si infrange contro la traversa. E quando è di nuovo il Giappone a ripartire sull'altro fronte, il solito Godin erige un muro davanti al velocissimo Ueda. Nei minuti di recupero ultimi squilli con Suarez e De Arrascaeta, ma il Giappone regge e porta a casa il pareggio. E forse è giusto così.

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