Dopo la sconfitta nel Clasico, tifosi sul piede di guerra a Valdebebas. Fischi e insulti per tutti, si salvano solo Mbappé, Asencio, Ceballos e Modric
© Getty Images
Clima tesissimo in casa Real Madrid, dopo la sconfitta nel Clasico che di fatto consegna la Liga nelle mani del Barcellona: i catalani hanno sette punti di vantaggio a tre giornate dalla fine e potrebbero già festeggiare mercoledì se i Blancos non batteranno il Maiorca, oppure giovedì nel derby contro l'Espanyol. Al loro arrivo a Valdebebas, calciatori e corpo tecnico sono stati presi di mira da un gruppo di tifosi, che li hanno insultati e fischiati. Nel mirino anche Ancelotti ("Carletto, vattene ora) e il presidente Perez ("Florentino dimettiti"), mentre gli unici a essere stati risparmiati all'uscita dal centro sportivo sono stati Mbappé, Asencio, Ceballos e Modric.
Per quanto riguarda Ancelotti è certo il suo addio a fine stagione: in Spagna danno già per certo che al Mondiale per Club sulla panchina merengue ci sarà Xabi Alonso.
IL GIOVANE VICTOR MUNOZ COSTRETTO A CHIUDERE I COMMENTI SU INSTAGRAM
Sui social media non sono mancate le critiche nei confronti di Victor Muñoz, che nel finale si è divorato il gol del 4-4. Il giovane attaccante ha dovuto addirittura chiudere i commenti sotto i suoi post su Instagram, dopo essere stato pesantemente insultati dai tifosi inferociti. "La tua prima e ultima partita con il Real Madrid", "Ritirati", "Non capisco come giocatori come te possano essere professionisti", "Hai già giocato troppo qui, vai al Valladolid o al Leganés" o anche "Non puoi perdertelo. Dovresti essere venduto", alcuni dei commenti al vetriolo.
Altri utenti hanno preferito prenderlo in giro: "Sei il miglior calciatore del Barcellona", riferendosi al suo legame con i blaugrana. Nato a Barcellona nel 2003, Muñoz ha fatto parte della Masia prima di trasferirsi al Real Madrid. Sui social media, diversi account di tifosi del Barcellona hanno trovato sue foto risalenti al periodo in cui giocava nelle giovanili del Barcellona, insieme a Xavi Simons, Alejandro Balde e Fermín Lopez.