Copa America, Brasile-Argentina 2-0: i verdeoro dimenticano il Mineirazo e volano in finale

Nello stesso stadio del 7-1 subito da parte della Germania nei Mondiali 2014, la Seleçao batte i rivali dell'Albiceleste grazie a Gabriel Jesus e Firmino

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La prima finalista della Copa America 2019 è il Brasile, che a Belo Horizonte batte per 2-0 l'Argentina e vola all'ultimo atto della competizione. Lo fa allo stadio Mineirão, lo stesso della semifinale dei Mondiali 2014 persa malamente contro la Germania (1-7). Stavolta invece decidono Gabriel Jesus e Firmino, andando a segno al 19' e al 71' dopo due azioni spettacolari. Argentina anche sfortunata: Aguero colpisce una traversa, Messi un palo.

Ci voleva coraggio, forse. E probabilmente una discreta dose di faccia tosta, perché è difficile credere che in qualche modo non sia stato previsto che si giocasse a questo punto del torneo proprio qui. In ogni caso il Brasile si dimostra più forte anche della cabala, si aggiudica il Superclásico de las Américas contro l'Argentina e vola in finale di Copa America. E lo fa con un 2-0 di grande importanza, soprattutto considerando che i verdeoro arrivano all'atto finale della competizione senza aver ancora subito nemmeno un gol (se non quelli durante la lotteria dei rigori contro il Paraguay ai quarti).

Perché si parlava di cabala? Perché il Brasile, tornato a organizzare una competizione internazionale per la sua Seleçao a cinque anni dai Mondiali 2014, esattamente come allora studia un calendario in cui è previsto che, in caso di cammino senza intoppi, la semifinale si giochi allo stadio Mineirão di Belo Horizonte. Ma se all'epoca il tutto si tradusse nel Mineirazo, il 7-1 a favore della Germania che rimane un tonfo storico per il calcio brasiliano, la storia nel 2019 si conclude in maniera decisamente diversa.

La posta in gioco è alta, la rivalità tra le due squadre lo è altrettanto. Il risultato è che nei primissimi minuti di calcio se ne vede tanto, di tecnica e classe tantissima, di agonismo ancora di più. Ma di occasioni da gol nessuna. Così per registrare il primo brivido della partita bisogna attendere 12 minuti, e il solito tiro dalla distanza di Paredes: largo. Ma il pubblico mineiro trattiene il fiato, forse ripescando dalla propria memoria vecchi fantasmi mai dimenticati. A sciogliere la tensione ci pensa quindi Gabriel Jesus, che porta il Brasile in vantaggio al 19': la vecchia volpe Dani Alves se ne va via con un sombrero, poi si accentra evitando la scivolata di un avversario e premia l'inserimento di Firmino, tocco profondo sulla fascia destra per il centravanti del Liverpool e cross rasoterra di quest'ultimo, su cui si avventa il collega del Manchester City. Sono tre tocchi velocissimi, con il pallone che non abbandona mai il pelo dell'erba fino a che non si ritrova nel sacco. E il Brasile, anche mentalmente, può volare.

Lo stesso Gabriel Jesus non sfrutta un contropiede al 24', Messi si fa vedere per la prima volta solo al 26' con un calcio di punizione verso i compagni al centro dell'area che però trova solo la salda presa di Alisson. Si vede anche Lautaro Martinez, grande protagonista in Copa America fin qui (tanto da attirare anche l'attenzione del Barcellona). Il 'Toro' dell'Inter riceve dopo una combinazione con Messi e Aguero, ma si schianta contro l'impenetrabile retroguardia verdeoro. Ancora più sfortunato è Aguero, che alla mezz'ora è bravissimo a farsi trovare libero in area sugli sviluppi di una palla inattiva, ma la sua incornata colpisce la traversa. E allora forse si inizia a capire che gli astri di Belo Horizonte questa notte sorridono al Brasile: Messi libera Aguero che tira addosso a Marquinhos in scivolata, lo stesso Leo mette a sedere due difensori brasiliani e anticipa Alex Sandro, ma quando deve andare al tiro perde l'equilibrio e cade. Tutto sembra dire: "Seleçao in finale".

E l'intervallo non cambia il tema della partita, nonostante l'Argentina provi eccome a spaventare i rivali: al 52' il dribbling di Aguero è irresistibile, il lancio verso Messi efficace e l'assist di quest'ultimo per De Paul preciso, ma la stella dell'Udinese al momento del tiro sbaglia mira. Pochi secondi dopo è quindi il Kun a cercare il pareggio con un assolo personale dei suoi, ma il modo con cui il Brasile lo chiude riassume la forza di questa versione dei Verdeoro, che rispetto a quelle più tradizionali (e che hanno vinto tutto) presenta un'importante novità: dietro non lascia passare uno spillo. Ma questo Brasile, seppur solidissimo, sa anche incantare: così al 56' Gabriel Jesus si inventa una ruleta che libera Coutinho in area, il fuoriclasse blaugrana spreca tutto calciando fuori. Un minuto dopo il suo compagno di reparto al Barcellona Messi restituisce però il favore, centrando un incredibile palo dopo che Lautaro si era visto murare dalla difesa la sua precedente conclusione.

Si infortuna anche Marquinhos: entra l'interista Miranda, ma il Brasile non perde la bussola. Messi si incarica di battere un'altra punizione al 66' e stavolta calcia alla sua maniera, ma Alisson c'è. Anche la classe e la tecnica del suo attuale portiere può far dormire sonni tranquilli al Brasile, che infatti pochi minuti dopo trova il raddoppio: è il 71', l'Argentina si fa prendere in velocità dallo scatenato Gabriel Jesus che fa secchi uno dopo l'altro Pezzella, Otamendi e Foyth, quindi tocca al centro per il solissimo Firmino che deve solamente appoggiare nella porta spalancata con un morbidissimo lob. Mancano 20 minuti, ma la partita non ha più molto da dire: c'è un accenno di rissa tra Firmino e Lautaro Martinez, sedato con qualche fatica dall'arbitro ecuadoregno Zambrano, e Messi ci prova ancora su calcio di punizione. Stavolta però colpisce la barriera. Il Brasile si permette quindi di chiudere la partita con quasi cinque minuti di torello: quando l'Argentina riesce a interromperlo Lo Celso e Messi vengono sistematicamente anticipati dai difensori di casa (eroica l'immagine finale di Thiago Silva che annichilisce di testa Leo). E si arriva al triplice fischio dell'arbitro con gli "Olé" di gioia del pubblico, mentre il Brasile si guadagna con grande autorevolezza la finale della Copa America 2019. Siamo a Belo Horizonte, ma quanto è lontano il Mineirazo.

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