La decisione è stata presa dal pubblico ministero Patricio Ferrari
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Il processo a sette professionisti sanitari accusati di negligenza nella morte di Diego Maradona è stato sospeso per una settimana dopo che uno dei giudici è stato accusato di non essere imparziale e di aver autorizzato la produzione di un documentario sulle udienze. Il pubblico ministero Patricio Ferrari ha presentato la richiesta di sospensione e il processo sarà sospeso fino al 27 maggio, mentre il tribunale esamina il ruolo della giudice Julieta Makintach, che avrebbe permesso la produzione di un documentario durante il processo. Makintach è uno dei tre giudici che esaminano il caso e ha negato qualsiasi illecito, ma Ferrari ha sostenuto che "la situazione compromette il prestigio della magistratura".
Gli avvocati che rappresentano la famiglia di Maradona si sono uniti alla richiesta di sospensione del pubblico ministero. L'avvocato di due delle figlie dell'ex calciatore, Fernando Burlando, ha affermato che la sospensione temporanea porterà "serenità, completezza e la continuazione del processo".
La scorsa settimana, l'avvocato di Leopoldo Luque, medico curante di Maradona al momento della sua morte e uno dei principali imputati, aveva chiesto l'espulsione di Makintach dal processo, sostenendo mancanza di imparzialità nel procedimento da parte del giudice.
L'avvocato di Luque, Julio Rivas, ha dichiarato di essere stato contattato dall'emittente britannica BBC per un'intervista, in quanto stavano realizzando un documentario sul processo. Ha aggiunto di aver ricevuto informazioni secondo cui la società di produzione coinvolta nel documentario era associata a Juan Makintach, fratello del giudice. Venerdì la polizia ha dichiarato di aver visto una telecamera in aula e un funzionario del tribunale ha affermato che la sua presenza era stata approvata da Makintach. Maradona, che ha guidato l'Argentina alla vittoria della Coppa del Mondo nel 1986, è morto il 25 novembre 2020 mentre era ricoverato in un ospedale domiciliare alla periferia di Buenos Aires, pochi giorni dopo essere stato sottoposto a un intervento chirurgico per un ematoma formatosi tra il cranio e il cervello. Aveva 60 anni. Sette operatori sanitari sono sotto processo per non aver fornito cure adeguate e rischiano una pena massima di 25 anni di carcere.