Via la maschera: è la settimana della verità

Da Juve-Lazio al derby di Milano passando per Roma-Napoli: il campionato dà i primi verdetti

  • A
  • A
  • A

Qui si stabilisce la misura, si disegnano i confini della Serie A che vedremo, si delineeranno i rapporti di forza. E' il primo bivio stagionale, la giornata delle giornate, con le prime sei che si sfideranno nello stretto giro di 24 ore tracciando uno strano triangolo tra Torino, Roma e Milano. Un triangolo delle Bermuda. Già, perché qualcosa in questo week end, per forza di cose, succederà davvero. E la classifica, domenica sera, potrebbe dare parecchie risposte sul futuro delle nostre grandi. Da Juve-Lazio a Roma-Napoli, per finire con il derby di Milano più caldo, e in qualche modo atteso, degli ultimi anni.

Ma partiamo dalla sfida dello Stadium. Sulla carta la sfida tra la Juve e la Lazio potrebbe essere la meno equilibrata del triplo incrocio di alta classifica. Perché la profondità della rosa a disposizione di Allegri non è paragonabile a nessun'altra squadra del nostro campionato e perché la Lazio non vince a Torino dalla notte dei tempi (dal 2003, ndr). Però Inzaghi, che in casa Juve cominciano a prendere in considerazione come erede designato e naturale di Allegri, è anche l'ultimo allenatore di Serie A ad aver battuto i bianconeri. E nemmeno troppo tempo fa. La vittoria della Lazio in Supercoppa ha rimescolato le carte dei pronostici da pre-campionato. Si parlava, allora, della Juve e delle sue dirette concorrenti - Napoli e Roma - ma anche di Inter e Milan lanciate nella corsa ai posti Champions. E sulla Lazio? Silenzio. Salvo poi dover rivedere ogni giudizio con l'andare delle partite.

La Lazio è una bestia strana, un po' sottovalutata ma in grado - lei sola insieme al Napoli - di appoggiare ogni risultato sul gioco. Un gioco collaudato e bello, che prescinde o ha saputo prescindere dagli uomini. E' una qualità rara che rende Inzaghi sempre pericoloso. Perfino per la Juve. Sui bianconeri e sulla formazione che Allegri spedirà in campo le incognite sono parecchie. Si parla di un cambio di modulo e di un passaggio al 4-3-3 ma, soprattutto, di un possibile turno di riposo per Dybala. Un rischio calcolato in vista del match di Champions contro lo Sporting Lisbona o un azzardo. Questo lo vedremo. Intanto l'altro incrocio, quello tra Roma e Napoli, potrebbe permettere ai bianconeri di rimettere il muso davanti a tutti in campionato. Inzaghi, ovviamente, permettendo.

E' la partita per eccellenza del week-end. La più bella, la più sentita, la più incerta. Ed è la partita da cui si attendono le più importanti risposte. Si è detto, giustamente, in questi giorni, che una vittoria del Napoli a Roma - sarebbe la seconda dopo quella in rimonta con la Lazio - potrebbe dare un segnale significativo al campionato. E' tutto vero, è vero perché dalla sfida dell'Olimpico, dal risultato della sfida dell'Olimpico, si capirà il peso effettivo della squadra di Sarri. Che fin qui, ben inteso, è stata la migliore e che abbastanza unanimamente viene considerata la vera rivale della Juve per lo scudetto. A differenza di Allegri, il tecnico azzurro pensa relativamente alla Champions - nonostante una sfida affascinante e molto complicata con il City - e a Roma se la giocherà con i migliori. Segno che nelle gerarchie del Napoli il campionato e il sogno scudetto se ne stanno qualche metro sopra tutto.

Il Napoli, la sensazione è diffusa e giustificata, ha la grande occasione, quest'anno, di tornare a vincere la Serie A. Un'occasione che potrebbe anche essere unica. Contro Di Francesco, quindi, ci saranno i titolarissimi. Da Insigne a Mertens, passando per Hamsik e Callejon, Jorginho e Allan. D'altra parte anche la Roma non farà sconti con Pellegrini al posto di Strootman e una formazione molto vicina a quella migliore. Davanti di dovrebbe essere Florenzi e proprio la sua presenza e la sua estrema duttilità tattica potrebbero essere una chiave dell'incontro. Dalla sua parte passeranno Ghoulam e Insigne, vale a dire una buona fetta del gioco del Napoli. Anche per la Roma la partita è un bivio importante. Il bilancio degli scontri diretti di Di Francesco è per il momento in parità: sconfitta, anche immeritata, contro l'Inter e vittoria contro il Milan. La verità la dirà il Napoli.

Infine il derby, sul cui fascino non c'è nulla da aggiungere ma che potrebbe finire per scartare una carta dal mazzo delle big di Serie A. La carta è, ovviamente, il Milan. Non solo perché i rossoneri chiudono in questo momento il sestetto delle pretendenti ai posti Champions. Ma anche perché Montella, sul cui futuro restano nubi allarmanti, è reduce da due sconfitte consecutive e potrebbe finire per affondare proprio nella partita più sentita dal popolo milanista. Il derby è per vari motivi difficilmente inquadrabile. Intanto perché storicamente è in grando di ribaltare i pronostici. Quindi perché non solo il Milan non ha ancora una forma ben definita e, di conseguenza, non ha un valore chiaro. Ma anche perché la mano di Spalletti in questa Inter si vede ancora troppo poco per capire che campionato potranno fare i nerazzurri.

Di sicuro l'Inter per il momento ha raccolto moltissimo pur non giocando particolarmente bene. E i punti messi in cascina oggi, dentro un campionato che sarà squilibrato verso l'alto, faranno la differenza quando si tratterà di capire chi andrà in Champions l'anno prossimo e chi no. Vincere il derby potrebbe concretamente lanciare i nerazzurri, spedirli magari in testa alla classifica e togliersi di mezzo una rivale ai primi quattro posti. Il Milan, manco a dirlo. Montella, senza Kalinic, cambierà nuovamente formazione e si affiderà a una coppia, André Silva-Suso, che insieme ha giocato pochissimo. L'Inter sarà la solita Inter e questo segnale di continuità e di chiarezza tattica è un buonissimo punto di partenza. Ma è il derby, l'unico "luogo" dove tutto può succedere. Perché nelle 24 ore più belle del nostro campionato tutto sarà chiarito.

Leggi Anche

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 commenti