Il 28enne, difensore in Lega Pro, appende le scarpe al chiodo "per un lavoro più sicuro"
Dal calcio alla fabbrica, perché "può garantire maggiori sicurezze economiche". E' la scelta di Michele Pini, 28enne originario di Cignano, che ha appunto deciso di abbandonare il Lumezzane, squadra di Lega Pro in cui militava, per non perdere l'occasione di un lavoro fisso. "Avevo anche pensato di finire la stagione - ha detto -, ma rischiavo di perdere il posto e non immaginate neanche che coda c'è oggi per un contratto di lavoro".
Se il sogno di ogni bambino e ragazzo che tira calci ad un pallone, è quello di vestire un giorno una maglia da professionista, la notizia dell'abbandono di Pini conferma che il mondo del calcio visto dall'interno non è sempre rose e fiori. Da lunedì prossimo non si presenterà più alle sedute di allenamento con i compagni, per iniziare la sua nuova avventura in una fabbrica di Manerbio, che si occupa stampi in alluminio per la termoformatura.
"Da fuori la gente crede che un giocatore prenda chissà cosa - racconta -, invece non è così"
Una scelta di vita consapevole quindi, per un calciatore che era arrivato a valere, secondo Transefermark.it, intorno ai 175mila euro ed era ormai diventato da anni una bandiera del Lumezzane.