ATALANTA

La rivincita di De Ketelaere: "Al Milan colpe anche mie, ma a Bergamo mi rilancerò"

Il belga ha già conquistato Gasperini e i nuovi tifosi: "Ora gioco più alto e posso diventare di nuovo la versione migliore di me"

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Non c'è più traccia del muso lungo e di quegli occhi da cerbiatto spaurito. La nuova vita di Charles De Ketelaere, dopo un anno in naftalina al Milan, ha già colori sgargianti e sorrisi aperti. Tre partite, nemmeno intere, sono bastate al belga per conquistare Bergamo, Gasperini e i tifosi dell'Atalanta. Un en-plein che solo qualche mese fa sembrava utopia. "Quando arrivi in un posto nuovo c’è molto da fare - dice dal ritiro della sua nazionale -. Adattarti al paese, al sistema di gioco, alla lingua. Ma naturalmente, se al Milan non ha funzionato è stata anche in parte colpa mia: non è stata la stagione che mi aspettavo, ma non me ne pento. Non sempre ho raggiunto un alto livello, ed entrare a partita in corso come spesso mi è successo non ha aiutato. Non sono un tipo esplosivo, mi sento meglio quando sono in campo per un periodo di tempo più lungo e posso entrare davvero nel flusso di una gara. Le critiche hanno fatto il resto: non leggo sempre i giornali, cerco di isolarmi. Ma comunque le senti e non resti indifferente. Non aver mai segnato è stato un problema: la gente chiede gol e assist, non guarda soltanto alla prestazione"

Ora il principe Charles sembra tutt'altro giocatore. Incisivo, decisivo, di nuovo in grado di farsi sentire sotto porta: "Voglio mettermi in mostra nel club. Non è che non volessi andare al Psv o in altre squadre, semplicemente volevo l’Atalanta. Qui sto giocando più alto, più vicino alla porta: in questo modo posso diventare di nuovo la migliore versione di me stesso. L’anno scorso invece ero un centrocampista offensivo".

Infine sulla trattativa che lo ha portato all'Atalanta in prestito con diritto di riscatto fissato oltre quota 20 milioni: "Se il Milan mi ha suggerito di andarmene? In parte sì. Ma anche io sapevo che avrei avuto poco spazio. Per tutta l’estate ci sono state trattative di mercato. Mi sono chiesto: aspetto la mia occasione, resto anche giocando un po’ meno? O vado in un’altra squadra per mettermi alla prova? La seconda ipotesi mi faceva sentire meglio. L’Atalanta ancora di più".

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