Carlo e Max avrebbero portato certezze ed entusiasmo sulla panchina della Nazionale. Ora la sensazione è quella di un'occasione persa
Nel calcio, come nella vita, il tempismo è tutto. E in questi giorni, bisogna essere onesti, i vertici della Federazione italiana hanno dimostrato di aver sbagliato tutto o quasi sotto questo punto di vista. Basti pensare soltanto all'allontanamento di Luciano Spalletti e i problemi sorti per la scelta del suo successore: l'ennesimo pasticcio griffato Gravina e Figc. Non solo il tecnico della Nazionale è stato ufficiosamente esonerato alla vigilia di una partita decisiva, come ormai saranno tutte quelle del girone di qualificazione al Mondiale, ma in più, a dimostrazione della assenza totale di programmazione, è stato fatto senza avere in mano il sì di un sostituto.
Ranieri questa volta non se l'è sentita di venire meno alle promesse fatte ai Friedkin e a Gasperini soltanto poche settimane fa per caricarsi sulle spalle il peso delle speranze e delle aspettative di un Paese intero. Pioli, l'alternativa a Sir Claudio, si è promesso alla Fiorentina. Ora, dunque, la domanda sorge spontanea: chi sarà il prossimo ct degli azzurri? Prende quota la candidatura degli eroi del 2006 (De Rossi e Gattuso su tutti), ma, con grande rispetto per giovani allenatori che sicuramente si faranno, oggi non garantiscono le certezze nel breve periodo (quello che conta per andare al prossimo Mondiale) che avrebbero portato tecnici più esperti come Ranieri, Pioli, Mancini o addirittura lo stesso Spalletti.
E allora crescono ancora di più i rimpianti per non aver capito a tempo debito che il ciclo di Spalletti fosse giunto al suo termine dopo la debacle con la Svizzera all'Europeo. L'incredibile domino panchine andato in scena in questo mese ha ridotto all'osso le alternative per la panchina azzurra: i grandi allenatori si sono già accasati. Per far crescere i rimpianti basta pensare ai tecnici liberi (o che si sono liberati) che fino a poche settimane fa avrebbero risposto alla chiamata azzurra. Due in particolare: Carlo Ancelotti e Massimiliano Allegri. Il primo è diventato commissario tecnico del Brasile ed erano anni che aveva fatto capire che il post Real sarebbe stato la panchina di una Nazionale, il secondo è da poco tornato al Milan: entrambi avrebbero avuto caratura e palmares per portare certezze ed entusiasmo nel mondo azzurro. La vita è fatta di sliding door: la Federazione potrebbe aver perso l'ennesima occasione.