Ospite di "Black&White", trasmissione dedicata alla Virtus Bologna su Nettuno Bologna Uno, il play bianconero ha parlato del suo arrivo in Emilia: "Cosa ho pensato quando è arrivata la chiamata della Virtus? Ero shockato, davvero: ero concentrato sul finale di stagione in Spagna, quando mi sono visto arrivare la proposta ero stupito. Conoscevo la Virtus: sono state tante emozioni tutte in una volta, shockato è la parola giusta… Quando sono arrivato ho ricevuto tante informazioni in poco tempo, comprendere il carattere e la personalità di tutti, dallo staff ai giocatori. Sono stati tutti davvero aperti con me e hanno reso questo processo molto più semplice, abbiamo creato velocemente una bella connessione con tutti i ragazzi della squadra e il coaching staff. Sono tutti bravi ragazzi, delle personalità forti. Cosa mi ha detto Ivanovic nella serie con Milano? Per prima cosa, voleva che fossi me stesso, che venissi fuori dando un contributo alla squadra ma senza snaturarmi. Sapevo che stavo entrando alla vigilia dei playoff in un gruppo rodato, con una forte identità: avrei dovuto dare qualunque cosa sarebbe stata d’aiuto alla squadra. Poi ovviamente mi ha detto un po’ di cose che sarebbero tornate utili, ma sempre con la promessa di essere me stesso in campo. Coach Ivanovic sa esattamente cosa vuole, è un coach leggendario: a volte allenatori o giocatori con meno esperienza si perdono qualche dettaglio, ma con lui… Per me è importante anche il poter imparare, vedere il suo temperamento, come gestisce le situazioni. É una leggenda, essere parte di questo per me è molto positivo".