NBA

Nba: Toronto e Milwaukee (senza Antetokounmpo) continuano a correre, Belinelli stecca e San Antonio va ko

Per i Raptors quindicesima vittoria di fila, i Bucks battono Sacramento senza Giannis (divenuto papà). Lakers finalmente ok in casa

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I Lakers fanno pace con lo Staples Center e, dopo le ultime sconfitte casalinghe, schiantano davanti ai propri tifosi Phoenix per 125-100. A Est continuano a correre Milwaukee e Toronto: i Bucks senza Antetokounmpo (divenuto papà) rimontano e battono Sacramento 123-111, i Raptors stendono Minnesota 137-126 e raccolgono la quindicesima vittoria di fila. Stecca Belinelli: 0 punti in 18 minuti in campo per lui, e San Antonio perde a Denver 127-120.

DENVER NUGGETS-SAN ANTONIO SPURS 127-120
Marco Belinelli torna a farsi vedere in campo per qualche minuto in più rispetto alle recenti abitudini, ma questo non fa che confermare che il suo attuale periodo è assolutamente nero. L'azzurro non è nel quintetto iniziale, ma coach Popovich gli concede 18 minuti in campo senza che arrivi nessun punto: e Beli è l'unico dei suoi a restare fermo a quota 0, laddove LaMarcus Aldridge arriva invece a 33 senza peraltro aiutare gli Spurs ad arrestare la corsa di Denver, che invece si conferma tra le migliori realtà dell'attuale Nba (non a caso a Ovest è seconda, dietro ai soli Lakers). I Nuggets riescono infatti a rimontare dal -21 di metà partita grazie a un secondo tempo sontuoso di Jamal Murray, che dopo l'intervallo lungo ne segna 23 su 26 (di cui 14 nell'ultimo quarto). Nikola Jokic si porta invece a casa una nuova doppia doppia grazie ai suoi 19 punti e 13 assist, ma notevole è anche la prestazione di Paul Millsap: 22 punti per lui, partito dalla panchina. Come Belinelli, del resto, ma con esiti completamente diversi.

LOS ANGELES LAKERS-PHOENIX SUNS 125-100
La corsa dei Lakers riprende anche allo Staples Center, dopo tre sconfitte nelle ultime quattro partite giocate in casa dai californiani. Troppo il divario con i Suns, una delle squadre meno in forma del momento (sei ko in sette partite) e che sin dalle prime fasi di partita va in affanno in quel di Los Angeles. Il tutto nonostante LeBron James non sia affatto in giornata di grazia (per lui arrivano solo 17 punti, 9 assist e 8 rimbalzi) e buona parte del lavoro sia invece fatta dai compagni Anthony Davis (25+10 rimbalzi) e Rajon Rondo (23, di cui ben 15 nel solo secondo quarto). Phoenix prova a fare il possibile, ma se Devin Booker sbaglia serata (solo 10 punti per lui), Ayton, Baynes, Saric e Kaminsky non ci sono e in casa dei Lakers il più ispirato è un Mikal Bridges che raggiunge solo quota 18 punti, ecco spiegato perché la franchigia dell'Arizona è ormai già arresa all'idea che quest'anno i playoff non arriveranno.

MILWAUKEE BUCKS-SACRAMENTO KINGS 123-111
Giannis Antetokounmpo non c'è, ma non per questo i Bucks si fermano. Milwaukee ospita i Kings senza il suo giocatore simbolo (sta diventando papà del piccolo Liam Charles), così a proseguire l'inarrestabile marcia dei padroni di casa ci pensano gli altri due moschettieri: Eric Bledsoe e Khris Middleton si caricano infatti la squadra sulle spalle e mettono a referto 28 punti a testa e mettono la propria firma sulla quattordicesima vittoria nelle ultime cinque, oltre che la numero 46 in 53 partite stagionali per questa macchina quasi perfetta che la Nba di quest'anno sta ammirando. Sacramento ci spera anche fin troppo a lungo, e punta a dare seguito al buon periodo di queste settimane strappando il ko numero 8 ai formidabili Bucks. Peccato che Milwaukee cambi velocità a inizio parto periodo stampando un parziale di 13-0 a cui i californiani (23 punti per Harrison Barnes) non riescono proprio a rispondere.

TORONTO RAPTORS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 137-126
Se Milwaukee continua a correre, Toronto addirittura vola. I campioni Nba in carica infilano infatti la quindicesima vittoria di fila e rimangono autorevolmente seconda forza della Eastern Conference. A cadere alla Scotiabank Arena è Minnesota, che invece a Ovest è sempre più desolatamente penultima e dopo una partita sostanzialmente equilibrata in terra canadese, cedono di schianto nel terzo quarto in cui i Raptors raccolgono un rotondo parziale di 32-19. Altra giornata di grazia per Pascal Siakam (34 punti, di cui 14 nell'ultimo quarto), ma da segnalare anche i 27 di Kyle Lowry, i 25 di OG Anunoby e i 21 di Rondae Hollis-Jefferson. Nulla da fare per i T'Wolves, che pure si regalano la doppia doppia di Karl-Anthony Towns (23 punti con 10 rimbalzi) e i 22 del debuttante D'Angelo Russell. I ragazzi di Minneapolis, insomma, giocano anche una partita di livello assolutamente buono. Ma contro questi Raptors non ce n'è.

DALLAS MAVERICKS-UTAH JAZZ 119-123
Sfida d'alta quota in quel di Dallas, con i Jazz che vincono e dimostrano una volta per tutte perché si trovino in quarta posizione nella Western Conference mentre i Mavericks (terza sconfitta nelle ultime quattro) sono settimi. I ragazzi di Salt Lake City si presentano all'American Airlines Center in uno stato di forma scintillante, tanto che all'intervallo sono sopra addirittura di 21 punti. I padroni di casa, ancora privi di Luka Doncic, tentano una non facile rimonta guidati dai 33 punti di Tim Hardaway Jr. e i 28 di Kristaps Porzingis, ma si fermano a -3 prima dell'ultimo colpo di reni di Utah, che si prende la vittoria grazie a una prestazione di squadra sontuosa, sorretta dai 25 punti di Jordan Clarkson e i 23 a testa di Donovan Mitchell e Bojan Bogdanovic. Con la sensazione sempre più netta che anche in post season questi Jazz non abbiano nessuna intenzione di fermarsi presto.

GOLDEN STATE WARRIORS-MIAMI HEAT 101-113
Riprende invece a correre Miami, che dopo le tre sconfitte di fila che le avevano fatto perdere contatto da Boston (Milwaukee e Toronto sembrano ormai irraggiungibili) mette un tassello importante sul suo quarto posto in Eastern Conference andando a vincere a San Francisco, contro una Golden State che certamente non è più la squadra materasso di inizio stagione. Lo dimostra il disperato tentativo di rimonta che gli Warriors mettono in campo nell'ultimo quarto, riportandosi da -24 a -4 e sognando una vittoria certamente prestigiosa. Per i californiani da sottolineare la prova di Damion Lee, che chiude a 26 punti, ma anche quelle di Andrew Wiggins (18) e Marquese Chriss (17). Gli Heat sono invece guidati da un ottimo Jimmy Butler (21 punti e 10 rimbalzi), mentre l'ex Andre Iguodala non va oltre 2 punti e 5 rimbalzi in 17 minuti.

INDIANA PACERS-BROOKLYN NETS 105-106​​​​​​​
Brooklyn fatica non poco in quel di Indianapolis, ma nell'ultima azione della sua partita si prende una vittoria che potrebbe non spostare gli equilibri in classifica (i Pacers continuano ad essere davanti con un vantaggio tranquillizzante) e tuttavia vale molto a livello psicologico. Anche perché il canestro del sorpasso decisivo è timbrato da Spencer Dinwiddie, al culmine di una partita dalla scarsa vena realizzativa (4/15 al tiro e 0/7 da tre) ma caratterizzata comunque da 21 pesantissimi punti. Sono otto i giocatori in doppia cifra per i newyorkesi, cui Indiana risponde con la tripla doppia di Domantas Sabonis (23 punti, 10 rimbalzi e 11 assist), insufficiente a fermare gli avversari e soprattutto a evitare la sesta sconfitta di fila: era dal febbraio 2017 che da queste parti non si assistiva a un filotto di partite così negativo.

ORLANDO MAGIC-ATLANTA HAWKS 135-126
Orlando ospita gli Hawks in un momento della stagione certamente non facile (è reduce da cinque ko consecutivi sul parquet amico dell'Amway Center) e a lungo fatica anche contro un'avversaria tra le più deboli dell'intera Nba (lo certifica il suo record di 15-40. I Magic riescono però a risollevarsi dopo un primo tempo in cui si erano trovati anche sul -7 e vincono la partita nel secondo, in cui si regalano 79 punti. Ne arrivano tra l'altro ben 42 nel quarto periodo, un massimo stagionale. E in copertina finiscono quattro uomini, tutti sopra quota 20 (Aaron Gordon a 26, Nikola Vucevic a 24, Evan Fournier a 22 e Terrence Ross a 21). A nulla vale dunque l'ennesima grande prestazione di Trae Young, che di punti ne realizza 29 e viene anche supportato da John Collins e dai suoi 22: il crollo nel finale di Atlanta vale infatti l'ennesimo ko di una stagione da dimenticare quanto prima.

DETROIT PISTONS-CHARLOTTE HORNETS 76-87
Gli Hornets hanno abituato i loro tifosi a vincere partite non particolarmente belle, ma a Charlotte nessuno storcerà il naso: erano infatti cinque partite che non arrivava un successo, e il sortilegio si ferma a Detroit (battuta per la quarta volta quest'anno). Bastano i 17 punti di Malik Monk e i 14 con 11 assist di Devonte' Graham in una serata dalle percentuali al tiro bassissime (37,5%), ma dall'altra parte a Detroit va anche peggio: basti considerare che nessuno va oltre i 12+12 rimbalzi di Thon Maker e i 10+12 di Bruce Brown. Pistons ormai sempre più lontani dalla quota playoff, brutti e poco efficaci: ma contro la bestia nera Hornets (con cui perdono da 10 partite di fila), forse qualcuno se lo aspettava.

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