Nba sotto il segno della D

Denver e Detroit sono nomi non scontati ad alta quota

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Le sorprese sono all'ordine del giorno. Soprattutto quando l'organizzazione di alcune squadre, riescono a soffocare la risonanza di nomi prestigiosi. E' il caso di Detroit e Denver. Una a Est, l'altra a Ovest. Franchigie costruite con pazienza, senza quei nomi che occupano tutte le copertine, ma che certamente rendono sul campo. I Pistons possono vantarsi di avere il miglior Blake Griffin di sempre (36 punti di media). Accusato spesso a Los Angeles di pensare solo a se stesso, ora è diventato un uomo squadra nel Michigan. I 50 punti segnati contro Philadelphia, con tiro decisivo al supplementare, sono la ciliegina di una torta sostanziosa. Sotto canestro regna Andre Drummond, forse il miglior rimbalzista della NBA (oltre 16 a partita) e attorno ci sono giocatori che conoscono il proprio ruolo, diventando indispensabili.

In Colorado, invece, c'è un gruppo giovane di talento capeggiato da Nikola Jokic. Il serbo è ormai una stella. Autore della tripla doppia perfetta (senza sbagliare un tiro), ha cifre (23 punti, 10 rimbalzi e 7 assist) che potrebbero essere scritte accanto al nome di Lebron James. Sopra il ventello a sera anche Gary Harris, ma sono in cinque a viaggiare in doppia cifra di media. Paul Millsap, nonostante lo stipendio da superstar, non teme di avere un ruolo da gregario, mettendosi al servizio di quei ragazzi che con entusiasmo, atletismo e tanta difesa stanno portando i Nuggets addirittura in vetta alla Western Conference. Prima o poi arriverà anche la prima sconfitta, ma in una città dove il football è padrone e in inverno lo sci diventa il passatempo preferito, questa squadra sta riaccendendo l'entusiasmo. Perché la NBA non ama essere scontata e al momento la D è la costante in alta quota.

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